​Nazareno Rocchetti, artista
poliedrico e pieno d’ottimismo

Edoardo De Angelis, Nazareno Rocchetti, Neri Marcorè e Marco Caronna
Edoardo De Angelis, Nazareno Rocchetti, Neri Marcorè e Marco Caronna
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Domenica 16 Novembre 2014, 15:58 - Ultimo aggiornamento: 18 Novembre, 13:26
CINGOLI – Nazareno Rocchetti, artista eccentrico dall’animo generoso e positivo. “Prima di tutto devo dire grazie al Padre Eterno… è lui l’artefice di tutto questo”.

E’ l’esordio di una chiacchierata a tutto campo. “Sono tante le persone da ringraziare – prosegue - e facendo i nomi potrei rischiare di dimenticare qualcuno. Ma non posso non ringraziare il professore Armando Ginesi, l’unico, 14 anni fa, ad aver capito che cosa c’era nei miei occhi. Credo che lui abbia letto in me un bambino che voleva scoprire un mondo sconosciuto che era quello dell’arte, della pietra. E lui in me ci ha creduto fino in fondo, tanto che mi volle a Cingoli come artista nel Parco delle Pietre Vive, voluto a suo tempo dalla famiglia Calamante e dal comune. L’incontro con Josè Guevara, l’artista del fuoco da cui ho appreso tanto: è colui che mi ha messo a mio agio quando gli dissi “io non so disegnare!” e lui “l’arte non è disegnare, è tutt’altra cosa!”.



"Renato Barchiesi- puntualizza - una persona capace e concreta che nei momenti di confusione mentale mi risolve i problemi. Le famiglie Fileni, Giacomo Menghi e Gabriele Miccini: per me ci sono sempre. Tutti questi uomini mi aiutano a concretizzare i sogni. Da soli si può fare solo la chiropratica”.



Nazareno Rocchetti, il suo Prato dei Sogni accessibile a tutti ha chiuso i cancelli, ma solo per aprirne altri. Il prato con le sue opere si era trasformato “in una specie di Eden, dove la libertà regnava sovrana”. Un bilancio che è solo più che positivo per l’artista che con le sue mani “sprigiona energia”.



Descriva il Prato dei Sogni

Luglio, agosto, settembre, ottobre: che ce ne siano ancora tanti di mesi come questi!



Che ne sarà ora del Prato?

Momentaneamente è in letargo… ma per poco! Con i miei amici Neri Marcorè, Edoardo De Angelis e Marco Caronna si pensa di renderlo un appuntamento fisso.



La soddisfazione più grande?

Che la cultura è stata alla portata di tutti. L’arte che va in mezzo alla gente, l’arte che non ha barriere. Se, la mia,si può chiamare arte. Passatemi il termine…



Perché?

Sono la persona meno indicata per dire se la mia sia arte o no. Ma una cosa è certa: qualsiasi cosa sia, io la faccio col cuore, senza bugie.



Le presenze più gradite?

Senza togliere niente agli altri, su tutti ho gradito gli stranieri, che sono entrati in punta di piedi chiedendo il permesso portando sempre un piccolo pensiero per me e la voglia di dialogare.



Il dialogo con chi apprezza la sue opere: che importanza ha per lei?

È per me la paga migliore di tutti i sacrifici …che poi non è vero che sono sacrifici: nessuno me lo ha imposto di fare quello che faccio, l’ho fatto per mia scelta. Ricevere testimonianze di affetto, di gratitudine …fanno star bene.



Qual è il valore aggiunto, nel nostro tempo, dei momenti culturali?

Ci fanno dimenticare i drammi che questo paese sta vivendo. Il futuro è incerto, il lavoro manca e di conseguenza vengono a mancare la serenità, la famiglia, l’affetto, la comprensione. La cultura e l’aria pulita fanno capire che il superfluo ha contaminato in modo irreversibile questa società.



La sua musa ispiratrice?

Il ragno. Laborioso, creativo, instancabile. E poi, nella mitologia africana, il ragno è portatore di fuoco.



Di cosa è convinto, oggi?

Che l’arte aiuti a vivere meglio in un momento difficile come questo. Che la bellezza e la giustizia non siano molto di moda. Che dobbiamo aspettare e lottare per portare a galla quei valori indispensabili per una vita migliore.



Perché la bellezza non va di moda?

Perché c’è questa ondata di ignoranza dove la bellezza oggi è fatta solo dal dio denaro e dal dio sesso, intorno ai quali, senza essere troppo assolutista, ruota quasi tutto …vedete dove ci ha portato!



Qual è la priorità delle sue giornate?

Fare arte. Fare ciò che mi piace.



Dia un significato all’arte.

Arte è la cucina, la buona compagnia, la moda, il vino. È l’insieme di tutte quelle cose che si fanno col cuore.



Il commento più bello ricevuto da un bambino?

La meraviglia negli occhi. Quando riesci a meravigliare un bambino allora vuol dire che hai colpito nel segno.



La sua prima opera?

Una mano di 22 tonnellate di marmo di Galizia, con cinque dita del bene e sei del male al Parco delle Pietre Vive di Cingoli.



Quali i prossimi appuntamenti?

Il 30 novembre una mostra dal titolo “Donne, Arte, Moda” all’Area T di Tombolini a Tolentino. Tra Natale e l’Epifania esporrò alla Fornace del Canova di Roma.



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