Da Urbino fino a San Gimignano
alle radici del cuore profondo d'Italia

Da Urbino fino a San Gimignano alle radici del cuore profondo d'Italia
di Saverio Spadavecchia
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Venerdì 18 Agosto 2017, 13:17
Nel cuore dell’Italia, tra Raffaello, Dante, San Romualdo e le torri di San Gimignano. Un viaggio che miscela arte, cultura e devozione. Alla ricerca delle radici profonde dell’Italia.


 
1 - Urbino, la perla
Città del rinascimento, terra natale di Raffaello Sanzio e dei Montefeltro. Dal 1998 il centro storico è patrimonio dell’umanità Unesco, ed è proprio dal centro che si deve partire per ammirare la perfezione architettonica di una piazza che è un vero e proprio gioiello a cielo aperto. Da vedere senza dubbi il palazzo ducale, sede della galleria nazionale delle Marche. Ma Urbino è anche passeggiare per le sue strade, affrontare le sue salite e rimanere stupefatti dalla bellezza di scorci magari poco famosi, ma che si aprono verso le montagne o verso il mare. Da vedere casa Santi, luogo natale di Raffaello. E ora direzione Montegridolfo.

2 - Terra di confine
Da sempre terra di confine, lega la sua storia al ducato di Montefeltro e a quello dei Malatesta. Per visitare al meglio il piccolo e suggestivo borgo, si entri dalla dalla torre d’ingresso. Da lì è possibile capire e comprendere l’impianto tipicamente medievale. Ai piedi delle mura castellane sorge la chiesa di San Rocco, eretta nel 1427 e custodisce una splendida tela di Guido Cagnacci. L’opera, eseguita nel periodo giovanile (intorno al 1920) raffigura la Madonna col Bambino adorata dai Santi Sebastiano, Rocco e Giacinto. Montegridolfo è stata anche al centro della storia moderna, più precisamente quella legata alla seconda guerra mondiale quando si trovata sul tracciato della linea gotica. Da vedere il museo collegato a questo pezzo di storia, il museo della linea dei Goti, con armi e cimeli dei vari eserciti contrapposti. Direzione Ravenna ora.

3 - Capitale tre volte
Ravenna tre volte capitale - Impero Romano d’Occidente (402-403), durante il regno dei Goti sotto Teoderico (493-526) e infine, sotto il dominio bizantino (553 - 751) – per otto volte citata dall’Unesco come patrimonio dell’Umanità. Il Mausoleo di Galla Placidia, il Battistero degli Ortodossi e quello degli Ariani, la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, la Cappella di Sant’Andrea, il Mausoleo di Teoderico, la Basilica di San Vitale e la Basilica di Sant’Apollinare in Classe. Non si può lasciare Ravenna senza tributare l’omaggio al Sommo Poeta. Da vedere il il mausoleo di Dante ed il museo dantesco poco lontano. La tomba è monumento nazionale, ed è stato restaurato circa 10 anni fa. Ora Camaldoli.



4 - Camaldoli e il monastero
All’interno del comune di Poppi, c’è Camaldoli che nacque intorno al Monastero fondato dal monaco ravennate San Romualdo (952 - 1027) per ospitare alcuni monaci provenienti dall’ordine benedettino. Secondo la leggenda fu Maldolo d’Arezzo (da cui il nome di Ca’ Maldoli) a donare a San Romualdo il luogo. Oasi di pace, devozione e tranquillità, all’internodel monastero si trova la foresteria, la grande sala capitolare, l’antica farmacia o laboratorio galenico, in cui i monaci lavoravano spezie e piante medicinali per curare i malati dell’antico “ospitale”. L’attuale farmacia, con i pregiati mobili in noce, risale al 1543. Nella chiesa in stile barocco si trovano opere del Vasari. A pochi chilometri di distanza si trova, fondato da Ambrogio Traversari, l’Eremo di Camaldoli, nato poco dopo la fondazione del monastero per ospitare i monaci desiderosi di abbandonare totalmente la vita comunitaria per la clausura in mezzo alla foresta, dove si può ammirare la cella di San Romualdo.
I monaci Camaldolesi seguono la regola benedettina con l’aggiunta di propri princìpi e norme e sono riuniti nella “Congregazione Camaldolese dell’ordine di San Benedetto (Congregazione dei Camaldolesi). Ultima tappa San Gimignano.

5 -Tra Firenze e Siena
San Gimignano, piccola città fortificata a metà strada tra Firenze e Siena, è famosa per la sua architettura e per le sue belle torri medievali che rendono il profilo cittadino davvero unico. Nel periodo più florido, le ricche famiglie di San Gimignano arrivarono a costruire ben 72 torri come simbolo del loro benessere e potere. Di queste oggi ne rimangono 14 che contribuiscono a rendere ancora più affascinante l’ atmosfera cittadina. Da ammirare il centro trapezoidale, vero centro dell’attività politica e religiosa del centro. Da ammirare anche il duomo (splendido esempio di romanico toscano, originario del 1100) posto di fronte al palazzo vecchio del podestà e alla torre rognosa e quella Chigi. Nonostante alcuni ripristini otto-novecenteschi, è per lo più intatto l’aspetto due-trecentesco ed è uno dei migliori esempi in Europa di organizzazione urbana dell’età comunale.
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