Il latin pop di Soler al Mamamia
accende la riviera: «Non vedo l'ora»

Il latin pop di Soler al Mamamia accende la riviera: «Non vedo l'ora»
di Andrea Maccarone
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Venerdì 11 Agosto 2017, 12:49
SENIGALLIA - Il latin pop di Alvaro Soler lancia l’estate in riviera. L’artista spagnolo domani sera sarà protagonista al Mamamia di Senigallia per un concerto da tutto esaurito (ore 22,30). E’ l’evento dell’estate, e Alvaro vuole regalare ai suoi fan italiani il miglior spettacolo del tour.

Che rapporto ha con i suoi fan?
«Direi molto forte, in particolar modo con i fan italiani che mi hanno apprezzato fin da subito e mi hanno sempre dimostrato un enorme calore. Non vedo l’ora di tornare, per rispondere con altrettanto affetto e ricevere ancora una volta il loro amore».

E con la musica?
«Ogni Paese è diverso. Ad esempio in America Latina si ascolta molto il “latin trap”. Ad ogni modo all’inizio ricordo che imparai subito a scrivere e a produrre canzoni, quasi contemporaneamente».

Qual è il suo processo di scrittura dei brani?
«Un tempo era più tradizionale. Ovvero, scrivevo le canzoni e poi andavo in studio di registrazione. Oggi, con tutte le apparecchiature a disposizione, e con l’aiuto di Internet, diventa tutto più facile. Anche scrivere brani con persone che si trovano dall’altra parte del mondo».

Il talent show ha sostituito l’opera delle case discografiche?
«Non sono proprio d’accordo. Ma di sicuro ultimamente molte case discografiche non pongono molta attenzione verso alcuni emergenti meritevoli, e ciò mi dispiace. Ecco perché ci sono programmi come X-factor che credo sia il miglior format esistente».



La sua esperienza a X-factor?
«Sicuramente meravigliosa. X-factor dà un’opportunità a tanti giovani che meritano di essere valutati. E ciò che sta dietro il talent non si può vedere, ma è fondamentale. Ad ogni modo se i ragazzi che si presentano non hanno niente da dire, in termini musicali, non vengono neanche scelti. Quindi chi arriva a far parte della trasmissione è comunque meritevole, in quanto possiede un talento reale».

Dove trova l’ispirazione per i suoi brani?
«Il momento dell’ispirazione credo sia diverso per ogni artista. Io, ad esempio, ho bisogno di fare esperienze molto diverse. Ho bisogno di viaggiare. Essere dinamici nella vita è importante. Perchè poi trovi degli spunti che inevitabilmente finiscono nelle canzoni».

C’è del nuovo materiale per il prossimo disco?
«Sì, sono già al lavoro. Ma quando sono in tour ho davvero poco tempo per concentrarmi sulle canzoni. Quindi appena finiremo questa seconda tranche, mi fermerò per un po’ e mi dedicherò alla creatività».

Le capita mai di dover registrare delle demo mentre è in tour?
«Assolutamente sì, è successo varie volte. Per fortuna ho due produttori bravissimi che si trovano a Berlino. Una volta ho dovuto registrare una parte vocale in camera d’albergo, con la testa coperta da un asciugamano per non far entrare i rumori esterni al microfono. Poi loro hanno rielaborato il tutto pulendo il suono e rendendolo accettabile».

Come scrive un brano Alvaro Soler?
«Dipende. A volte prendo la chitarra e comincio a suonare quello che ho in testa. Altre volte l’idea di una canzone nasce addirittura con l’ukulele. Poi comincio a canticchiare una melodia che sta bene su quel giro armonico, ed infine nasce il testo».
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