Un museo diffuso tra le due rupi:
Pennabilli è la frontiera dell'anima

Un museo diffuso tra le due rupi: Pennabilli è la frontiera dell'anima
di Federica Buroni
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 14 Febbraio 2018, 15:55
Luogo dell’anima e di frontiera, dove camminare con un piede in Romagna e uno nelle Marche. Per le vie di questo piccolo borgo della Valmarecchia - come immaginava il suo Tonino Guerra - fioriscono «i fiori dei mandorli per le api affamate». Lui, amato e indimenticabile concittadino, poeta tra i più grandi sceneggiatori di cinema, era un tipo di frontiera come la sua Pennabilli. «È bello se puoi arrivare in un posto dove trovi te stesso», scriveva di un paese a sua immagine e somiglianza dal 1989. Marche e Romagna lì si confondono nel paesaggio, ma si dividono per principio: quel comune è appartenuto alle Marche - provincia di Pesaro e Urbino - poi dal 15 agosto 2009 lo strappo, insieme ad altri sei dell’Alta Valmarecchia, per via di un referendum del 2006. Ma è tutta un’altra storia.


 
Seguire l’arte
Museo diffuso, Pennabilli, seguendo proprio le coordinate dell’anima di Tonino Guerra, dove arte e antiche varietà di alberi da frutto sono un tutt’uno. Camminare, perdersi, godere. E sarà come sognare nell’Orto dei Frutti Dimenticati, lungo la Strada delle Meridiane, nel Rifugio delle Madonne Abbandonate, nel Santuario dei Pensieri, guardando l’Angelo coi Baffi, passando accanto al Giardino Pietrificato e alla Madonna del rettangolo di neve. Meraviglie che si possono ammirare tutti i giorni, senza tirar fuori neppure un euro. Perché la bellezza non ha prezzo. Come quella parete che ospita le immagini sacre di Maria che sembrano volate da tutta la Romagna: ce n’è anche una su fondo giallo a pois. Il viaggio prosegue, da una pietra all’altra, per spaesarsi nel Santuario dei pensieri o per guardare un povero angelo, che invece di volare va nel fiume Marecchia: il filo della narrazione è affidato a una poesia scritta in dialetto romagnolo, un’altra scommessa di Guerra. È lo scandire del tempo, lento. In cima al borgo, riecheggia persino una campana tibetana, che ricorda il passaggio del Dalai Lama.
 
Le due rupi
Frontiera dell’anima questa terra che è Parco del Sasso Simone e Simoncello e pure Comunità montana Alta Valmarecchia. Che, a voltarsi tanto indietro, arriva fino all’epoca etrusca e romana. Durante i saccheggi barbarici, nella metà del primo millennio dopo Cristo, le due alture impervie su cui sorge il capoluogo - Roccione e Rupe - furono rifugio delle popolazioni che vivevano lungo il Marecchia. Ebbero così origine le comunità di “Penna” e “Billi” - l’uno deriva dal latino “Pinna”, vetta, punta; l’altro da “Bilia”, cima tra gli alberi - che rimandano alla forma dei due colli. C’è, invece, chi sostiene che “Billi” deriverebbe dal nome del dio etrusco del fuoco “Bel”, venerato in un tempio divenuto, in era cristiana, la chiesa di San Lorenzo, martire del fuoco.
 


Bandiera Arancione
Poi furono i Malatesta, i Montefeltro, i Medici e lo Stato Pontificio a continuare a scrivere la storia di Pennabilli che dal 20 maggio 2010 è entrato nel club delle Bandiere Arancione. Da allora sventolano, con orgoglio, eccellenza e qualità sulla vetta di questo piccolo centro che ha fatto da sfondo, con i suoi vicoli e la sua gente, al film “Burro” di J. M. Sanchez. Era il 1998: un ingenuo ragazzo, venditore di bibite in un cinema - un Renato Pozzetto stralunato più che mai - vive una vita trasognata, in bilico tra realtà e finzione in quest’angolo della Val Marecchia. Tra la Cattedrale, la Chiesa della Misericordia, i ruderi del Castello di Billi e la Piazza principale. I luoghi dell’anima e di frontiera di Tonino Guerra.
 
La Mostra Mercato Nazionale d’Antiquariato
Oltre a vari sentieri per passeggiate ed escursioni, confortevoli strutture ricettive, trattorie e ristoranti, apprezzati per la cucina tradizionale, sana e raffinata allo stesso tempo,
Pennabilli, da quarant’anni, propone, nel mese di luglio, la Mostra Mercato Nazionale d’Antiquariato, una fra le più importanti rassegne in Italia, cui hanno fatto seguito centri di restauro e botteghe antiquarie.


 
Festival internazionale “Artisti in piazza”
A cavallo di maggio e giugno in tutta la città si svolge il Festival internazionale d’arte di strada “Artisti in piazza” che, con i suoi fantastici spettacoli di teatro, musica, giocoleria, circo e danza, richiama ogni anno migliaia di visitatori.
Durante l’anno vengono poi organizzati festeggiamenti, celebrazioni e manifestazioni storiche.
Info www.pennabilliturismo.it
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA