Profumo d'arancio a Grottammare
Fantastico borgo e mare bandiera blu

Profumo d'arancio a Grottammare Fantastico borgo e mare bandiera blu
di Lucilla Niccolini
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Mercoledì 2 Agosto 2017, 12:45
Profumo d’arancio, non in Sicilia, ma nelle Marche: siamo a Grottammare, una delle località in cui riporre sogni di tranquillità. Sotto il sole, in un mare da Bandiera blu; all’ombra, in un centro antico tra i “borghi più belli d’Italia”. Non c’è chi non se n’innamori. Come in tante località della Riviera Adriatica, la città marina è distinta da quella in collina, per struttura e atmosfera, oltre che per metri sul livello del mare. Per chi ama le diversità, per chi ha paura di annoiarsi ma paventa movida e folla, Grottammare sembra ideata da un mago del turismo. In mezzo agli aranceti - i frutti occhieggiano come oro tra le foglie verde scuro brillante - il colore del laterizio del borgo antico crea oasi di grazia e benessere.

Fortuna la storia
Grottammare è il frutto di alcuni momenti storici fortunati. Il primo, quando vi nacque, il 13 dicembre 1521 nella città alta, tale Felice Peretti, che sarebbe divenuto papa Sisto V. Uno di quei pontefici che alla energia del manager fuse l’intelligenza degli illuministi. Celebri gli aneddoti che legano la sua figura alla condanna di ogni fanatismo miracolistico (fu capace di spaccare a colpi d’ascia un crocifisso che sanguinava, smascherandone la truffa) e sono ancora visibili le opere di cui seppe ornare la Capitale e la sua terra natale, che tuttora lo venera. L’altro evento favorevole si riconosce nella costruzione della ferrovia litoranea, iniziata nel 1863. In breve tempo, i maggiorenti ebbero l’acume di ampliare l’area residenziale, favorendo un turismo d’élite di cui restano tanti segni nelle ville Liberty che costellano l’abitato lungo la spiaggia. Villino Matricardi è solo il più insigne tra gli edifici, per l’impianto architettonico, l’eleganza dell’altana e la decorazione delle maioliche (prodotta dall’azienda del proprietario), molte delle quali firmate da Adolfo De Carolis. Un pergolato di aranci è riproduzione trompe l’oeil della vegetazione, che qui compete con le palme che bordano il mare, in una cittadina abbracciata alle colline, coi piedi sul bagnasciuga.



Le “Voci tra le mura”
“Voci tra le mura” (le sere del 6, 10, 13, 21, 28 agosto) fa risuonare le parole dei classici della letteratura sotto il loggiato di piazza Peretti, nel giardino del castello medievale e al Bagno della Regina, l’area archeologica attorno alla cisterna romana.
Info www.comune.grottammare.ap.it

Collezione Pericle Fazzini
Il Torrione della Battaglia è baluardo delle mura cinquecentesche, a difesa di Porta Marina. A pianta circolare, è coronato da beccatelli per la difesa piombante, sui quali i merli sono oggi parapetto del belvedere. All’interno, nei due piani, si trova il Museo, dedicato a Pericle Fazzini, nato a Grottammare.



Al Kursaal il Museo dell’Illustrazione Comica
Il Kursaal, icona della movida anni ‘60 della Riviera Adriatica, ospita il Museo dell’Illustrazione Comica: disegni, manifesti cinematografici e illustrazioni comico-satiriche, firmati dai più importanti disegnatori e artisti italiani. Tra le altre, si scoprono opere di Dario Fo, Milo Manara, Sergio Staino, Tanino Liberatore, dedicate a Roberto Benigni, Massimo Troisi, Federico Fellini, Sophia Loren e Fabrizio De André. Una sala monografica è dedicata ad Angelo Maria Ricci, residente a Grottammare e disegnatore di Martyn Mistère e Diabolik.

Cabaret amoremio! Trent’anni di comicità
Compie trentatre anni “Cabaret amoremio!”, la rassegna che dal 1984 rappresenta un gustoso appuntamento annuale con la comicità nazionale. Vi si sono esibiti i migliori artisti italiani, da Franca Valeri a Maurizio Crozza, e da Paolo Villaggio a Sabina Guzzanti a Neri Marcorè e Giobbe Covatta. Cabaret amoremio! quest’anno propone, il 4 e il 5 agosto al Parco delle Rimembranze, personaggi come David Anzalone e Paolo Cevoli, venerdì, con la proclamazione di Maurizio Battista “Arancia d’oro 2017” che, l’indomani, sarà assegnata anche a Gene Gnocchi, nella serata finale.

Teatro dell’Arancio, un gioiello da spettacolo
Un piccolo gioiello da spettacolo del borgo alto, il teatro dell’Arancio. L’interno, com’era alla fondazione alla fine del ‘700, non lo vediamo più: il legno dell’arredo fu utilizzato per seppellire le vittime dell’epidemia di spagnola. Resta però l’edificio grazioso, affacciato sulla piazza, e porta il nome dell’albero di arance che la dominava. La scala esterna, il nicchione con la statua di Sisto V, l’orologio sormontato dal frontone aereo con la campana, il porticato basso e ombroso che guarda sul mare ne fanno luogo di culto. È sala per eventi.
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