Medicine alternative e le discipline
olistiche: tutto il benessere del corpo

Medicine alternative e le discipline olistiche: tutto il benessere del corpo
di Alessandra Cicalini
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Martedì 14 Novembre 2017, 13:22
Una storiella zen racconta di un monaco che se ne stava felice a meditare in cima a una montagna. Forte della sua illuminazione, un giorno decide di scendere nel vasto mondo per diffondere la sua parola. Non l’avesse mai fatto: smog, rumori e strattonamenti della folla lo confondono al punto tale da fargli perdere la brocca. «Il monaco alla fine urla», riferisce Ilaria Isidori, maestra reiki e massaggiatrice, nonché una delle due fondatrici del Centro olistico Vidya di Casabianca di Fermo (www.centroolisticovidya.com) con Katia Acioli Do Amaral, laureata in Scienze Motorie e insegnante di yoga.
 
Illuminazione zen e benessere
«A nostro avviso l’illuminazione è sopravvalutata - commentano un po’ scherzose - mentre la difficoltà di oggi è vivere la spiritualità nella nostra esistenza quotidiana». Come? «Imparando ad ascoltarci per capire cosa ci fa stare davvero bene e diffondere questo benessere intorno a noi - proseguono - fosse anche una passeggiata». Le discipline olistiche mirano insomma a «stimolare la riconnessione dell’uomo all’Universo». Per farlo, continuano ancora, bisogna ricordarsi «innanzitutto che siamo uno, come dice la parola stessa olos, che in greco vuol dire tutto».
 


Le discipline olistiche
Certo, «oggi esiste un elenco codificato che specifica quali discipline possano o meno considerarsi olistiche, ma questo rientra nella nostra abitudine occidentale di frammentare e considerare ogni aspetto di noi slegato dall’altro», rimarcano. L’intento del loro centro, che prende il nome dalla parola sanscrita “Vidya”, cioè “conoscenza di sé”, è sollecitare chi lo frequenta a intraprendere un percorso virtuoso di crescita interiore. Olistico è quindi il Pilates, che prende il nome da Joseph Pilates, l’affascinante personaggio di origine tedesca vissuto a inizio Novecento, autore di un metodo che affonda parte delle sue radici nelle discipline orientali come lo yoga. Quest’ultima pratica è diventata negli anni sempre più di moda, sottolinea Katia, che nel centro fermano insegna due diverse metodologie di yoga, ossia «l’Hatha yoga, più lento e passivo, e l’Ashtanga yoga, più dinamico e molto allenante», precisa.
 
Il reiki
Rientra nelle pratiche “riconnettenti” anche il reiki che prevede “tre livelli di insegnamento più il master”, riferisce Ilaria. In che cosa consiste? Si tratta anch’essa di una tecnica orientale antichissima, che prevede l’imposizione delle mani in vari punti vitali del nostro corpo (organi e chakra, i sette centri energetici utilizzati anche nello yoga), riscoperta a inizio XX secolo dal giapponese Mikao Usui, che l’ha traghettata in Occidente attraverso i suoi eredi Chuijro Hayashi e Hawao Takata. Quest’ultima in particolare, trasferitasi in California alla vigilia della Seconda guerra mondiale, contribuisce alla diffusione del Reiki nel nostro mondo, al punto che oggi, precisa Ilaria, «esistono percorsi reiki persino negli ospedali del Nord Italia». L’obiettivo è la «guarigione», intesa come una riarmonizzazione di tutti i nostri aspetti: fisici, emozionali, mentali e spirituali.
 
Malattia: messaggio di disarmonia
Nel mondo olistico la malattia è infatti intesa come «un messaggio, di squilibrio e disarmonia, che il corpo ci invia per farci rendere conto che abbiamo smesso di ascoltarlo», aggiunge Ilaria, che sottolinea l’importanza di non abbandonare la medicina ufficiale: «Le tecniche olistiche - dice - la affiancano e la integrano».
 
La riscoperta dell’energia pura
Ciò che conta, insomma, è afferrare il concetto di non chiudersi da soli in una gabbia di abitudini distruttive, cercando invece di riscoprire «l’energia pura che eravamo alla nascita», sottolinea ancora Ilaria, che parla del grande potere di attrazione esercitato dai neonati, proprio per la loro maggiore vicinanza all’energia universale, «detta Rei, accanto a Ki, il secondo chakra, ossia noi, la nostra energia individuale». Il tempo è naturalmente il parametro migliore per stabilire la forza dei benefici indotti da una pratica simile.
Ma l’esigenza di condividerne i principi accomuna anche gli altri percorsi olistici attivati nel centro, dai massaggi alla ginnastica posturale, passando per i seminari e gli incontri.
 
Altre tecniche olistiche
«Tra questi ultimi c’è un omeopata, una naturopata esperta in fiori di Bach e una dietista, mentre noi stesse continuiamo un percorso di crescita personale studiando altre tecniche come ad esempio il Theta-Healing, ossia il rilassamento profondo, il tema natale astrologico, il Transurfing e le Costellazioni Familiari», proseguono Ilaria e Katia, che del centro dicono: «Nasciamo come associazione sportiva e culturale, ossia come spazio di crescita personale, di condivisione e confronto e non di rado organizziamo anche gite fuori porta e cene con gli associati come ulteriori momenti da vivere insieme». Loro medesime, d’altronde, stanno imparando a conoscersi giorno dopo giorno grazie all’attività cui «l’universo», dicono, le ha chiamate. Quale il loro compito? «In un mondo che ci spinge alla distrazione, noi crediamo invece nel valore dell’introspezione».
 
L’evoluzione giorno per giorno
Meglio ritirarsi in cima alla montagna, quindi? Neanche per idea: «Sarebbe troppo facile - ribadiscono - Crediamo infatti che sia proprio nella quotidianità che ognuno di noi ha la possibilità di crescere come individuo, ed evolversi come spirito. Ogni giorno possiamo, in questo contraddittorio ma perfetto mondo, essere migliori attraverso l’ascolto di noi stessi e l’accettazione degli altri». Ilaria e Katia si considerano insomma «facilitatrici di benessere», capaci di stimolare sì la spiritualità, ma di un genere positivo e pratico, applicabile tutti i giorni della nostra vita.
 
A chi fa bene lo yoga?
Lo yoga fa bene a tutti. Lo sa persino Paolo Gentiloni, volato a Delhi lo scorso fine ottobre per un vertice bilaterale con Narendra Modi, il primo ministro indiano che ha fissato al 21 giugno la Giornata internazionale dello yoga. L’aneddoto è raccontato da Giulia Gattafoni nel presentare i suoi corsi per principianti che tiene da due anni a Porto San Giorgio per conto dell’associazione Officina Trenino. Del suo stesso avviso è Katia Acioli Do Amaral del Centro benessere Vidya di Fermo, che si sofferma anzi sul rovesciamento di prospettiva operato proprio dalla pratica millenaria: «È lo yoga ad adattarsi al corpo, non il contrario», commenta. Non è quindi importante riuscire a riproporre perfettamente le posizioni (dette “asana”) illustrate sui libri, quanto «imparare a riconoscere i nostri limiti e dove possibile superarli». E se proprio non si può, va benissimo semplicemente accettarli. Per il resto, basta ascoltare il respiro e fare yoga anche pochi minuti al giorno. «È un po’ come pulire casa - conclude Katia - meglio farlo un poco alla volta piuttosto che arrivare al caos».
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