Medicina umanizzata: raccontare
la malattia per riuscire a guarire

Medicina umanizzata: raccontare la malattia per riuscire a guarire
di Daniele Pallotta
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Martedì 11 Luglio 2017, 12:03
Vivere per raccontarla. Potrebbe essere questo, in uno slogan, il significato profondo dell’invito che sempre più medici si sentono di rivolgere ai propri pazienti per allontanare non solo paure e ansie ma anche per aiutarli ad affrontare al meglio un percorso terapeutico che spesso dall’atteggiamento del malato può avere ricadute incredibili per una guarigione completa, sia a livello fisico che psicologico.

Umanizzare la medicina
L’umanizzazione e la personalizzazione della medicina sono, infatti, target che ci cercano di raggiungere anche utilizzando pratiche nuove. Una rivoluzione, questa, che sembra mettere d’accordo veramente tutti: medici, certo, ma anche ricercatori, operatori sanitari, amministrativi e che oggigiorno coinvolge, nei numeri, sempre più strutture sanitarie italiane. All’Azienda ospedaliera regionale “San Carlo” di Potenza, tanto per citare quella che può essere tranquillamente definita una best practice, è stato avviato da alcuni anni il progetto “Prendersi cura: verso un incontro di saperi” che integra proprio la narrazione alla pratica clinica dando spazio, al contempo, al vissuto del paziente ma anche a quello del medico e dell’infermiere. L’iniziativa, portata avanti grazie al contributo incondizionato di Pfizer, si sposa molto bene con la grande campagna di comunicazione e impegno sociale “Viverla Tutta” che mira a dare voce alle storie dei pazienti.

Creare l’ambiente giusto
«Il nostro obiettivo – dichiara Angela Pia Bellettieri, responsabile della qualità, del risk management e dell’accreditamento presso l’Azienda “San Carlo” – era, e resta, quello di creare dentro l’ospedale un ambiente favorevole alla relazione con l’altro. La personalizzazione delle cure è una trasformazione culturale a cui tutti, pazienti e operatori sanitari, devono partecipare, ognuno con la sua storia che va raccontata, ascoltata, compresa e valorizzata».

Nasce la medicina narrativa
Ecco allora che all’interno della struttura ospedaliera ai pazienti sono stati messi a disposizione grandi pannelli e una lavagna sui quali raccontare la propria storia con una frase, un disegno, una parola. I messaggi vengono poi condivisi attraverso il sito web viverlatutta.it e la pagina Facebook della campagna. Grazie all’aiuto della medicina narrativa alla fine un evento negativo, come quello di una malattia, si trasforma così in un vissuto costruttivo e condiviso. «Dall’Azienda San Carlo siamo partiti con la nostra campagna “Viverla Tutta – spiega Fanny La Monica, responsabile comunicazione di Pfizer Italia – La valorizzazione dei vissuti di malattia è una leva importante nel percorso sia diagnostico che terapeutico ma anche assistenziale come evidenziato dalle raccomandazioni dell’Istituto Superiore di Sanità. E’ per questo che stiamo lavorando per portare la nostra iniziativa in altri ospedali italiani».



Ci sono 250 storie da leggere
Il percorso di personalizzazione delle cure dell’ospedale “San Carlo” è stato avviato nel 2013. Ad oggi la sperimentazione sul campo ha raggiunto una produzione di tutto rispetto: i diari dei pazienti, quelli del caregiver e del medico, la raccolta e l’analisi tramite un apposito software di oltre 250 storie di pazienti delle Unità Operative di Oncologia medica, Ematologia e Reumatologia, le cartelle narrative che raccolgono emozioni e riflessioni del paziente, del medico e dell’infermiere. Tutte le attività realizzate nell’ambito del progetto sono state inoltre monitorate dall’Università degli Studi della Basilicata. Insomma un progetto che dimostra perfettamente quanto possa essere utile vivere la malattia per raccontarla ma anche per uscire fuori nel migliore dei modi. Una sorta di auto aiuto che ha una sua rilevanza terapeutica scientificamente provata sul campo.



La ricerca sul campo
Pur avendo quale obiettivo generale quello di giungere alla cartella clinica integrata, per ogni singola Unità Operativa si è cercato di perseguire degli obiettivi specifici come l’osservazione delle modalità di comunicazione di una diagnosi di cancro e le conseguenze delle stesse sull’impatto emotivo del paziente. Il tutto è avvenuto innanzitutto attraverso lo strumento del diario.

La medicina narrativa
La metodologia delle narrazioni di malattia consente di contestualizzare i dati clinici e i bisogni del paziente, permettendo così di avvicinarsi a quest’ultimo nella sua complessità e unicità. È ormai noto infatti come l’integrazione degli strumenti narrativi con la medicina basata sull’evidenza dia un valido contributo all’interno della pratica clinica. 
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