Dalle creme fino agli integratori
Vecchiaia sana e con un certo stile

Dalle creme fino agli integratori Vecchiaia sana e con un certo stile
di Alessandra Magliaro
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Martedì 9 Maggio 2017, 12:51
L’Italia insieme a Giappone e Germania è il paese in cui la quota della popolazione di età superiore ai 60 anni è molto più alta della media globale: superiore del 33% nel caso del nostro paese e lo scenario disegnato dal rapporto Istat diffuso nei giorni scorsi non fa che confermare questo trend avviato da oltre un decennio. La vecchiaia è la nuova giovinezza titola il rapporto Euromonitor International di aprile che analizza come percezioni, atteggiamenti e comportamenti legati all’invecchiamento stiano cambiando drasticamente nel momento in cui l’aspettativa di vita sana si sta allungando. Un allungamento che in Italia è stato verificato già da tempo.

La tendenza
Ma cosa significa tutto questo in termini di tendenze? I confini della vecchiaia continuano a spostarsi, mentre viviamo più a lungo e prendiamo più cura della nostra salute e benessere. A livello di consumi, gli over 60, il cui numero è aumentato di un terzo nell’ultimo decennio, sono diventati il segmento consumer a più rapida crescita. E stanno ridefinendo il concetto di invecchiamento: sono meno conservatori dei loro predecessori e sono influenzati dall’immagine di modelli e celebrità attivi, in gamba e senza rughe. È una generazione che in generale non ha un atteggiamento passivo verso l’invecchiamento, come lo avevano loro padri, ma fa di tutto per restare giovane, sana, energica.

I prodotti di bellezza
C’è poi, ed è in espansione, tutto un mercato per la gestione dell’invecchiamento: sono cresciuti moltissimo i prodotti di bellezza, per pelle e capelli, gli integratori con proprietà antinvecchiamento, ma anche i dispositivi farmaceutici e i cosmetici come i riempitivi iniettabili (acido jaluronico, collagene ad esempio). Un’altra tendenza riguarda lo stile di vita, che possiamo definire olistico: si fa attenzione a cosa si mangia e si riconosce l’importanza di bilanciare il benessere con il mantenimento del corpo attivo e la mente lucida.
Con la popolazione che invecchia si parla ora anche di fitness del cervello: mentalità positiva e mente sana sono componenti essenziali del nuovo modo di invecchiare, ecco così che malattie come Alzheimer e demenza rappresentano molto più di anni fa le grandi preoccupazioni, sia delle persone che della scienza medica.

Il primo vaccino
E si sta sperimentando in America persino il primo vaccino anti-invecchiamento, capace cioè di rallentare il processo di invecchiamento (riducendo la prevalenza delle condizioni legate all’età quali la perdita di tono muscolare, la demenza e la perdita della vista). Si resta attivi socialmente e intellettualmente con medicine che ora si chiamano lavorare più a lungo, viaggiare, apprendere nuove abilità o utilizzare app per addestramento al cervello.

Il consumatore anziano
Tutto questo nuovo scenario italiano e mondiale ha grandi riflessi sul sistema della produzione che deve rispondere al consumatore anziano: le aziende adattano i nuovo prodotti o ne creano di nuovi per questo segmento e persino le campagne pubblicitarie ne risentono con l’utilizzo di testimonial più anziani. Dal punto di vista del marketing, però, bisogna sottolineare che, se da una parte si vara persino il packaging adatto (ad esempio aumentando la dimensione del carattere) dall’altra bisogna stare attenti alle definizioni, più che puntare sull’età bisogna parlare di atteggiamento senza calcare troppo sull’anzianità.
 
Le donne più longeve
Secondo gli ultimi dati Istat, la vita media per gli uomini raggiunge 80,6 anni (+0,5 sul 2015, +0,3 sul 2014), per le donne 85,1 anni (+0,5 e +0,1). La natalità conferma la tendenza alla diminuzione: il livello minimo delle nascite del 2015, pari a 486 mila, è superato da quello del 2016 con 474 mila.
 
Ultracentenari da record
Secondo l’Istat, gli italiani di 65 anni e più superano i 13,5 milioni e rappresentano il 22,3% della popolazione totale; quelli di 80 anni e più sono 4,1 milioni, il 6,8% del totale, mentre gli ultranovantenni sono 727 mila, l’1,2% del totale. Gli ultracentenari ammontano a 17 mila.
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