Adesso il cancro fa meno paura
anche se manca la prevenzione

Adesso il cancro fa meno paura anche se manca la prevenzione
di Remo Quadri
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Martedì 15 Agosto 2017, 13:45
Nonostante il 46% dei cittadini consideri ancora il tumore una patologia incurabile, 6 pazienti su 10 riescono a sconfiggere la malattia, e sono in totale un milione e 900 mila le persone che si possono considerare guarite perché hanno superato la soglia dei cinque anni dalla diagnosi. Questi dati sono stati al centro del convegno “Il male curabile, le ultime frontiere contro il cancro” che si è tenuta al Caffè della Versiliana a Marina di Pietrasanta.

La diagnosi precoce
«Grazie alle nuove cure e alle diagnosi precoci anche quello che è stato definito come il male del secolo sta diventando una malattia sempre più cronica - osserva Francesco Cognetti, presidente della Fondazione ‘Insieme contro il cancrò - Questo comporta tutta una serie di nuove sfide che l’intera collettività deve saper affrontare. Ritorno al lavoro, desiderio di diventare genitori, possibilità di accedere ai servizi fondamentali come tutti gli altri cittadini sono solo alcune delle esigenze di una persona che lotta (o che ha lottato) contro una neoplasia».

La prevenzione
«Dobbiamo però anche constatare che in Italia manca una vera e propria cultura della prevenzione oncologica. Alcuni comportamenti scorretti - sottolinea Cognetti - sono infatti ancora troppo diffusi e interessano anche i giovani. Per esempio, fuma regolarmente il 22% della popolazione e le donne con questo vizio sono aumentate di oltre 1 milione nell’ultimo anno».
«Anche l’adesione ai programmi di screening è insufficiente - evidenza Cognetti -. La ricerca del sangue occulto nelle feci è in grado di individuare precocemente il tumore del colon-retto, il più diffuso tra gli italiani, ma il 20% dei pazienti colpiti, però, presenta al momento della diagnosi la malattia già in stadio avanzato. Servono quindi più campagne informative per aumentare il livello di consapevolezza tra i cittadini su questo delicato tema». Da questo punto di vista, le Marche sono all’avanguardia avendo già lanciato da tempo la campagna per lo screening.
All’incontro della Versiliana ampio spazio è stato dedicato alle novità terapeutiche a disposizione dei clinici e dei pazienti: «L’ultima frontiera dell’oncologia è l’immunoterapia» sostiene Michele Maio, direttore Uoc Immunoterapia oncologica e del Centro di immuno-oncologia dell’Aou Senese. Immunoterapia che si basa «sul principio che il nostro sistema immunitario se opportunamente stimolato può contrastare l’avanzata di un tumore. Sono stati presentati molti studi interessanti su diverse patologie: si associa alla chemioterapia, alle terapie target e alla radioterapia con risultati davvero insperati fino a pochissimi anni fa».



La ricerca
«A livello di ricerca medica, resta ancora molta strada da percorre soprattutto per quanto riguarda certe forme di cancro particolarmente insidiose - aggiunge Cognetti - ed esiste infine l’annoso problema della sostenibilità del sistema sanitario nazionale. Attualmente - ricorda - in Italia registriamo percentuali di sopravvivenza più alte rispetto alla media europea per molte neoplasie». «Se vogliamo continuare ad avere questo primato servono nuovi investimenti, soprattutto per quanto riguarda la prevenzione. Dobbiamo riuscire il più possibile ad aumentare i comportamenti salutari tra i cittadini e anche il numero delle diagnosi precoci», conclude il presidente della Fondazione Insieme contro il cancro.

Biomarcatore predice risposta ai farmaci anti-cancro al colon
Un nuovo passo in avanti, tutto italiano, per il trattamento personalizzato del cancro al colon. Il gruppo di ricerca diretto da Davide Melisi, oncologo dell’Università di Verona e dell’azienda ospedaliera universitaria di Verona, ha identificato un biomarcatore, Hoxb9, come fattore predittivo di risposta ai farmaci anti-angiogenici per il trattamento personalizzato dei pazienti con cancro del colon-retto in stadio avanzato. I risultati dello studio, sostenuto dall’Associazione italiana ricerca sul cancro, saranno pubblicati sulla rivista scientifica Clinical Cancer Research. «Siamo molto contenti che Clinical Cancer Research abbia voluto dedicare anche la copertina alla nostra ricerca - dichiara Melisi -. È un riconoscimento allo studio, ma anche alla rilevanza del problema che affronta. Il cancro del colon-retto è il tumore più frequente nella popolazione italiana, con più di 50 mila diagnosi stimate ogni anno. Per altri farmaci a bersaglio molecolare, come gli anti-Egfr, esistono oggi marcatori molto validi per predirne l’attività. Non è ancora così per gli anti-angiogenici, che sono ancora oggi somministrati senza una possibile selezione dei pazienti». I ricercatori hanno dimostrato che il fattore trascrizionale Hoxb9 ha un ruolo chiave nella resistenza del cancro del colon ai farmaci anti-angiogenici comunemente impiegati nel trattamento di questa patologia.
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