Lardini svela la sua collezione uomo:
«Sotto la giacca? Meglio il gilet»

Lardini svela la sua collezione uomo: «Sotto la giacca? Meglio il gilet»
di Massimiliano Viti
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Giovedì 20 Luglio 2017, 13:31
FILOTTRANO - L’eleganza made in Marche abbinata ad un sorriso. Ecco l’uomo Lardini, che affronta ogni nuovo giorno con una carica positiva e contagiosa. Nella famiglia Lardini, Luigi è sempre stato il fratello più estroso e non a caso oggi è direttore creativo dell’omonima azienda di abbigliamento.

Luigi Lardini quando è nata la sua passione per la moda?
«Credo di essere nato con la moda. C’è chi nasce con la camicia, io sono nato “con la giacca”. L’ho sempre sentita con me. A sei anni chiesi a mia madre di poter indossare un completo principe di Galles».

Come ci vestiremo nel prossimo inverno?
«Speriamo bene. Nel senso che in Italia si sta perdendo la cultura del piacere del vestirsi e dell’eleganza. Qualche anno fa, quando andavi all’estero, un italiano lo riconoscevi dallo stile. Ora invece i suoi gusti si sono europeizzati e non c’è più quella distanza che c’era prima con i paesi del Nord Europa, ad esempio».

Perchè?
«È una questione di mentalità. Quando ero ragazzo mettevo da parte i soldi per comprarmi un bel vestito. I ragazzi di oggi preferiscono comprano altre cose, hanno altre esigenze. Molti si vestono per coprirsi e non per piacersi e piacere e per affrontare con più entusiasmo e serenità la giornata, condividendo questo benessere con gli altri. Colpa anche del fatto che i negozianti stanno sparendo. Quelli che un tempo ti insegnavano a vestirsi, ti consigliavano e ti educavano al bel vestito. Vestirsi al mattino non è più una gioia, è più un dovere».

Ma che tendenze moda dovremo rispettare nel prossimo inverno?
«Il pantalone non è più una calzamaglia ma si sta allargando diventando più comodo. La giacca è più morbida ma sarà sempre ben accostata al corpo e sempre piuttosto corta come nelle lunghezze attuali. Sotto la giacca sta tornando di moda il gilet».

E Lardini come ha interpretato queste tendenze?
«La parola d’ordine è “soft sartorial” come stile e filosofia di vita. L’abito è un po’ stanco e viene acquistato solo per chi ha un lavoro che glielo impone. Allora abbiamo cercato di farlo rivivere con accostamenti particolari: giacca principe di Galles e gilet pied de poule della stessa tonalità e pantalone monocolore. E’ comunque una collezione ricca di capi evergreen: blazer destrutturati, ampi cappotti, abiti tre pezzi, giubbotti disinvolti, giacche camicia».

E se andiamo alla prossima estate?
«Le ispirazioni arrivano dal coloniale e dalle uniformi militari. Diversi capi hanno un’etichetta cucita all’interno che recita: “J’aime le militaire. Uniforme ne signifie pas uniformité”. Il tema è quello de “La mia Africa” dove non può mancare un capo o un dettaglio bianco, il colore dell’eleganza. Particolare attenzione per i tessuti come l’hopsack con il quale abbiamo realizzato i capi vetrina. E poi c’è l’abito “Easy Wear”, l’abito da viaggio che si arricchisce di offerte: abiti, outerwear, felpe, pantaloni e bermuda, tutti realizzati con tessuti tecnici e leggerissimi».

Nella prossima estate ci sarà la novità della collezione da donna...
«Sì. In precedenza realizzavamo solo qualche capo mentre dalla primavera-estate 2018 avremo una collezione completa disegnata da mia figlia Genea».

Per lei cosa vuol dire essere elegante?
«Avere un fiore all’occhiello e un sorriso. L’espressione del viso è l’eleganza, il resto è tutto opinabile e dipende dai gusti anche se a volte vedo look improponibili, anche in televisione».

Quali sono i vostri progetti?
«Puntiamo sulla vendita diretta. Dopo Tokyo e Milano, abbiamo intenzione di aprire un altro monomarca a Monaco per la fine del prossimo anno o l’inizio del 2019. Abbiamo rinnovato anche l’outlet a Seravalle e il factory sore di Filottrano».

E la vendita on line?
«Ci stiamo lavorando, entro un anno approderemo on line. Non possiamo improvvisare».
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