Calzature marchigiane a Bruxelles
C'è Italian Shoes in Europa

Calzature marchigiane a Bruxelles C'è Italian Shoes in Europa
di Martina Marinangeli
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Giovedì 1 Giugno 2017, 13:45
La centralità della manifattura nelle politiche industriali in Europa, di cui il made in Italy si sente parte integrante quale eccellenza e vanto assoluto, e la necessità di una norma a livello comunitario che introduca l’indicazione di origine obbligatoria (made in…) sono il messaggio politico di “Italian Shoes, European Footprint”, la mostra organizzata e promossa da Assocalzaturifici in collaborazione con l’associazione culturale “Colosseum”. L’esposizione, a cura di Luciano Calosso ed Enrica Barbano, si propone di raccontare, attraverso un excursus storico, la genesi di una scarpa dal design italiano, frutto dell’avvicendarsi delle mode e della contaminazione creativa tra passato e futuro nel mondo del calzaturiero. Un sentito ringraziamento all’europarlamentare Simona Bonafè che ospiterà questo evento all’interno dell’Europarlamento.

L’evento
La mostra rappresenta soprattutto l’occasione per portare all’attenzione dell’Ue la necessità di una norma che tuteli l’eccellenza della manifattura e il diritto dei consumatori europei alla conoscenza di ciò che acquistano attraverso l’introduzione dell’etichettatura di origine obbligatoria. Un dossier che Assocalzaturifici sta portando avanti con determinazione in tutte le sedi europee, anche attraverso l’apertura di un desk – già attivo dallo scorso anno - all’interno della delegazione di Confindustria a Bruxelles per un più efficace pressing sui tavoli europei. «Il Made in deve essere una priorità per l’Italia in Europa - dichiara Annarita Pilotti, presidente di Assocalzaturifici - Sono 10 anni che se ne parla, ma finora le trattative hanno sempre portato ad esiti insoddisfacenti. È possibile che il Parlamento Europeo si esprima a stragrande maggioranza a favore dell’etichettatura obbligatoria e il Consiglio Europeo possa invece negare a questa maggioranza il diritto ad una legge giusta ed equa? Sono anni in cui si cerca, senza alcun risultato, di garantire una norma di civiltà, che possa informare il consumatore finale circa la provenienza geografica del prodotto. Mi chiedo: ma a chi fa paura questo Made in? Ora con l’uscita dell’Inghilterra dalla UE, storica oppositrice, ci chiediamo se ci siano le condizioni per avere la maggioranza e far passare la proposta contenuta nell’art. 7 del pacchetto sulla sicurezza dei prodotti oppure con una norma dedicata».



Il made in Italy
Il Made in Italy è un tema caro anche all’onorevole Simona Bonafè, la quale infatti afferma che «valorizzare il Made in Italy significa far crescere la nostra economia, dare valore alle eccellenze artigianali e industriali del nostro Paese. La sua forza - continua l’europarlamentare - risiede nell’originalità, qualità e pregio delle creazioni italiane. Per questo motivo la mostra “Italian Shoes, European Footprint” rappresenta un’occasione utile per promuovere le produzioni di qualità».
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