L’Africa di Rebecca, presidente del consiglio
studentesco Unimc: «Così anticipo il futuro»

Rebecca Marconi
Rebecca Marconi
di Alessandra Bruno
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Domenica 11 Giugno 2017, 22:09
Occhi vispi, sorriso contagioso, in testa una chioma di ricci e le idee chiare. A 23 anni la maceratese Rebecca Marconi ha già trovato il suo posto in questo spicchio di universo. E’ presidentessa del consiglio studentesco dell’università di Macerata, con il suo discorso all’inaugurazione dell’anno accademico ha stupito tutti. «Il mio lavoro è studiare- le sue parole- è un lavoro che mi sono scelta, avrei potuto fare altro, ma voglio sentirmi parte di questo mondo avendo a disposizione gli strumenti per conoscerlo e costruirlo, per essere una figlia e una cittadina attiva e onesta». La sua priorità sono i libri, investire nel futuro «prima che arrivi», imparare, ma soprattutto abbattere ogni barriera e pregiudizio, la sua più grande paura. Su Fb condivide pensieri, idee, storie, semi di riflessione: «Fb è una piattaforma social a cui ci siamo abituati- spiega- piuttosto che postare scatti di cosa mangio, preferisco condividere aneddoti e messaggi di semplicità quotidiana, che possano essere da stimolo per aprire un confronto e un dialogo. In questa società dove regna il narcisismo, basterebbe cosi poco per fare tantissimo». 

Controcorrente in positivo
Matura, la ragazza. Controcorrente nell’accezione più positiva, Rebecca vuole cambiare il mondo a piccoli passi: «Restiamo umani», è il motto di Vittorio Arrigoni che ha preso in prestito, cercando di dare il buon esempio, ogni giorno. Il suo stile è lo specchio della sostanza: «Non seguo la moda, non leggo riviste a tema, mi piace comprare dove altri non comprano- svela- vesto un po’ etnico- chic, cerco abbinamenti che nella semplicità mi caratterizzino. Gli accessori li creo da me, riciclando bigiotteria che le amiche non usano più, e spesso li regalo. Il trucco? Uso solo il mascara, anche nelle grandi occasioni: non sopporto di apparire diversa da come sono». 

Internationa politics
La 23 enne ha in tasca una laurea triennale in Scienze politiche, si sta specializzando in International Politics e Economic Relations e parallelamente segue il fitto programma della Scuola di Studi Superiori Giacomo Leopardi, per cui è stata selezionata. Tra esami, seminari intensivi, volontariato, associazionismo, viaggi e interessi, la routine della studentessa è no stop: «Lo ammetto- confida- metà giornata la passo sui libri, nell’altra mi dedico alla vita sociale e collaboro con tante realtà locali. Agisco nel contesto cittadino, ma penso in grande. L’oratorio ai Salesiani Don Bosco, in particolare, è stata una scuola di vita». Sì perché Rebecca, oltre a essere una volontaria della Croce Rossa, è anche un’educatrice e animatrice, che con i bimbi ha un feeling speciale. Dà ripetizioni e lavora nelle mense scolastiche: «Essere cresciuta in un oratorio- dice- mi ha dato basi e valori importanti. Ho molta fiducia verso le nuove generazioni, sono la parte più pura della società, quella non corrotta da stereotipi e diffidenza. L’attività con i bimbi, poi, mi ha aiuta a tenere sempre viva la mia parte più giocosa, è questo, forse, il segreto della felicità». Nel marasma di impegni, Rebecca coltiva la passione per i viaggi e per lo sport: «Per motivi formativi- sottolinea- sono stata in Inghilterra, in Spagna, in Romania, mentre per i viaggi di piacere scelgo mete particolari, senza seguire itinerari turistici. Mi piace entrare in contatto con culture differenti, scoprirne usi e costumi. Sono stata in Francia, Spagna e in Marocco. Nel tempo libero, invece, pratico muay thai (la boxe thailandese)».

Il sogno dell’Africa
E adesso, Rebecca, sogna l’Africa: «È il mio obiettivo a breve termine, un’esperienza per la ricerca tesi- anticipa- conoscere quella terra e la sua storia per poi raccontare al mio ritorno quello che ho toccato con mano. Vorrei abbattere i muri di qualunquismo e ignoranza che nascono proprio dalla non conoscenza, varcare la frontiera per abbattere i pregiudizi. Come in tutte le attività di volontariato che ho svolto, per esempio con i richiedenti asilo o con i minori non accompagnati, è sempre più forte quello che ricevo rispetto a quello che dono».

Chi dorme non piglia pesci
«Odio dormire- conclude Rebecca- chiudo gli occhi solo quando sono esausta. La sera vado a letto tardi per svegliarmi presto. Così ho l’idea di avere il tempo per fare il doppio delle cose. Nei ritagli di tempo, invece, leggo, mi informo, incontro gli amici che non vedo da un po’ e mi dedico alla mia famiglia, a cui sono molto legata. Sono sempre alla continua ricerca, vivo il presente in prospettiva del futuro, tutto quello che faccio è per costruirmelo». Com’è che si dice? Ah sì: chi si ferma è perduto.
 
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