La prof (Paradisi) e la figlia veterinaria
"Trasgressiva? Mai come mia madre"

Mariangela Paradisi e la figlia Maria Chiara Catalani
Mariangela Paradisi e la figlia Maria Chiara Catalani
di Maria Cristina Benedetti
3 Minuti di Lettura
Domenica 28 Maggio 2017, 13:40 - Ultimo aggiornamento: 29 Maggio, 19:10
Su un punto la loro voce arriva a confondersi, a non distinguersi l’una dall’altra: il «tante rughe per tanti sorrisi» di Mariangela ha la stessa prepotenza di un «un sorriso vale mille rughe» di Maria Chiara. E loro sì che se la ridono, tra i numeri che la madre maneggia con passione e gli animali, grande amore della figlia. Tutto il resto è simpatia. 
Mariangela Paradisi è nata a Roma il 25 novembre 1944: da anni vive nella campagna marchigiana. Ha due figli e due nipoti. Economista per mestiere, ha insegnato alla Facoltà di Economia di Ancona. Ha pubblicato di recente un libro di racconti. 
Maria Chiara Catalani è nata a Senigallia il 30 marzo del 1973. Vive in campagna, prima a Senigallia, ora a Perugia, condividendo tutto con i suoi amati animali. Medico veterinario, lavora per migliorare la vita delle famiglie e dei loro animali.

1. Su o giù dalla cattedra? 
M: Giù, sempre giù. Le lezioni erano una dieta dimagrante a forza di andirivieni tra lavagna e studenti. Mai sentito il bisogno di stabilire confini. 
F: Per lavoro, spesso in cattedra, ma giù è decisamente più rilassante! Anche insegnando s’impara ma stare con gli altri è più divertente.

2. I numeri: la cifra della solitudine o la dimensione dell’infinito? 
M: La dimensione dell’infinito. Tutto è numero. Il numero, a non temerlo, dice sempre tutto senza pudore: sul libretto universitario, sulla torta di compleanno, sul quadrante dell’orologio, sulla bolletta da pagare.
F: Per i prossimi trent’anni la dimensione delle rate del mutuo per la mia casina in campagna!

3. Immagine, da difendere o da assecondare? Insomma, un sorriso val bene una ruga? 
M: L’immagine è ciò che fa pensare agli altri: io la conosco bene. Non è mai vero. E, dunque, tante rughe per tanti sorrisi. Che l’immagine sia quella che sia.
F: Un sorriso vale mille rughe. L’immagine è uno sguardo, un sorriso, un gesto. Il resto è superficie.

4. Così vicine, così lontane. Più generazione che carattere?
M: Così vicine, direi. Con sostanziali miglioramenti. Lei, per esempio, è anche una eccellente casalinga e rimprovera me che non lo sono. Però a cucinare bene le ho insegnato io! 
F: Con una madre così “avanti” e una figlia così “misurata” le distanze si azzerano. A volte si scontrano, ma è Ariete contro Sagittario: vinco io!

5. Famiglia: la forza del clan o il filtro gentile della tradizione?
M: Mah… né clan, né tradizione, per quanto mi riguarda. Forse solo imprinting con tutto quel che ne consegue. 
F: Decisamente tradizione: condivisione dei ricordi, dei saperi, dell’approccio alla vita, delle ricette, un po’ romane e un po’ marchigiane.

6. L’originalità, per piacere o per piacersi? 
M: L’originalità non si decide: c’è o non c’è. Mia figlia dice che come mamma sono “originale”. È un apprezzamento? Speriamo di sì, anche se ho qualche dubbio. 
F: Io ne ho pochina, in compenso è la mia definizione per mia madre: il suo essere se stessa, per piacerci e piacersi. Nessuna è come lei, ed è un complimento!

7.Trasgressione: che orrore o mai senza 
M: In gioventù, un obbligo. In vecchiaia, un piacevole sfizio. 
F: Che trasgressione è se diventa un “sempre”? Ogni tanto ci provo, ma oltre al piercing al naso non sono mai riuscita ad andare, ma compensa mia madre per me.

8. Animali, un amore per due. Prepotenza della genetica o persuasione dell’esempio?
M: Chissà… forse solo l’interesse empatico verso il diverso da sé che inconsapevolmente si trasmette. Sarà genetica? È probabile. 
F: Un amore dalla nascita. Siamo stati una famiglia allargata agli “altri animali” e mia madre ha capito l’andazzo dai miei primi passi, spesi per andare verso ogni cane che incrociava la mia strada.
 
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