Il fisico da indossatrice
Questa donna minuta, dal fisico sottile da indossatrice – lavoro che da giovane ha fatto in molti show room negli anni d’oro in cui Ancona era un centro di rappresentanza di abbigliamento – e dall’obliquo ciuffo biondo, con due profili nei social e migliaia di persone al “seguito”, riesce a dipingere di garbo e savoir faire anche l’incontro con le drag queen incontrate all’U–Bahn dove ha collaborato questo inverno: «persone gentili, che hanno saputo entrare in empatia».
Il popolo della notte
Il popolo della notte?. «È disparato. Al bancone del Sui ho visto passare intere generazioni, gente molto diversa, ma non ho mai lavorato con i giovani, il mio target è gente grande e selezionata per un certo gusto». Anche disperato? «Ma no…. Beve un bicchiere, ha voglia di raccontarsi, cerca quasi conforto in queste serate». Droga? «Mai usata, io sono sempre vigile anche se bevo un paio di bicchieri. Se ce n’è? Dipende dai locali, come ovunque». Sembri voler “proteggere” la tua clientela, restituire un mondo di buone maniere… «È capitato di aver assistito a risse o a sbronze, ma in generale le mie serate sono situazioni in cui ci si diverte senza eccessi, dove conta la musica di qualità, l’ospite giusto, l’animazione, l’atmosfera». Ho un terreno che ho curato attentamente – dalle Azalee degli scorsi anni all’U – Bhan al Passetto – ho cercato di selezionare un pubblico, una proposta di divertimento che abbia una riconoscibilità. Se capita il rompiballe riesco a gestirlo con tranquillità».
Il momento-top? Riguarda la musica e una sua protagonista: «Skin al Sui, quando ancora non era stata lanciata dai talent, per il mio compleanno, ho ancora i brividi» . Francesca saluta (sorridendo) dalle 300 alle 500 persone a serata, (ma non ha una ruga di espressione) anche se i suoi amici, dice, si contano sulle dita di due mani. «Mica posso essere musona…e comunque negli anni, forse proprio per il passare degli anni, ho fatto virare il mio lavoro su eventi diversi e più compatibili con la mia età e la mia immagine: oggi organizzo soprattutto sfilate e serate aperitivo, ritaglio atmosfere giuste, più mie. E di questi eventi mi piace curare tutto, dallo staff alle luci all’abbigliamento, al dj: sì, proprio come un puzzle».
Il tempo della notte è finito
Il tempo della notte è finito ma dopo una serata va a letto non prima delle 3. Ci vuole un fisico bestiale…«Ci vuole proprio una preparazione atletica», ammette Francesca che dice di fare pilates, di seguire una dieta quando è fuori dai locali, di bere con moderazione anche se per natura è “godereccia” e le piace il buon cibo. Cosa serve per fare questo lavoro? «Attitudine alla relazione con gli altri, naturalmente, una sorta di generosità nel dialogo e nell’ascolto, molta tolleranza. E poi essere multitasking: essere capace di ascoltare (davvero) sorridendo – mettiamo a un gruppetto di clienti – e contemporaneamente stare attenta al cameriere che deve fare un certo servizio, alle luci, agli ospiti che arrivano. Se mi diverto? Mentre gli altri ballano tu stai lì, attenta che tutto proceda bene…Diciamo che mi piace».
È un lavoro compatibile?
Un lavoro compatibile con il tuo carattere? «In parte. Certo non fingo: sono sorridente. Poi a casa e nel tempo libero ho bisogno di rannicchiarmi, sono l’opposto». Ex indossatrice, per anni in uffici di rappresentanza di abbigliamento, ora come vivi la moda? «Una grande passione, il primo amore. Ci tengo, ma sono spartana. Mi dicono che sono stilosa – ride – non so, comunque cerco uno stile che non si esibisce. Viaggi? Prima giravo molto. Ora meno». E la piazza anconetana come è? «Ehhh sarebbe facile fare eventi a Civitanova! Oggi posso dire che è una piazza un po’ diffidente, difficile perché ibrida – una metà del sud, una metà guarda a Pesaro - ma giusta».