Francesca di Operapop, dalla lirica
allo scippo di "Grande Amore"

Francesca di Operapop, dalla lirica allo scippo di "Grande Amore"
di Lucilla Niccolini
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Lunedì 4 Settembre 2017, 11:52
Fasciata in un lungo abito, rosso come la passione, Francesca Carli canta accanto al suo moschettiere, Enrico Giovagnoli. E diventa principessa della musica, la sua ragione di vita. «Sul palco, io sono la stessa Francesca che cammina per le strade di Loreto. Ma il mio mondo è lì, davanti al pubblico». Ha la passione del canto da quando era nella pancia di sua madre, Gilda Anna Pilla, voce d’angelo. Gilda non aveva potuto coltivare questa sua dote, dopo una giovinezza trascorsa a fare concerti con la band rock The Devils. S’è fatta una famiglia e ha passato il testimone alla figlia Francesca, assieme alla sua dote e alla sua passione.
 


L’eredità naturale
Con questa eredità naturale, Francesca da piccola cantava nel coro delle voci bianche della Basilica lauretana. E poi, del coro polifonico è diventata la mascotte, era la più piccina. «Intonavo qualunque melodia, suonando a orecchio sulla tastiera. Il canto per me è un’espressione spontanea». A dodici anni, segue le orme della madre, entra in un gruppo rock, I Sigma, fa serate e concorsi. «Per mantenermi agli studi. Mio padre ci teneva che prendessi un diploma, che avessi una cultura di base. Se fai una cosa, diceva, falla bene: poi, il risultato è una cosa solo tua. Dedizione e impegno: non ho mai fatto nulla per gioco. Sono una perfezionista».
 
Lo studio della musica
Così comincia a studiare la musica pop. «Da noi non c’era una gran cultura in materia. Gli unici riferimenti erano americani. Ero un’autodidatta, seguivo la mia natura. Poi, dopo le superiori ho capito che avevo bisogno di apprendere la tecnica. Alla scuola Beniamino Gigli di Recanati, il maestro Ermanno Beccacece mi disse che avevo talento, avrei dovuto coltivarlo. Mi suggerì il conservatorio». La ragazzina che cantava le cover ad aprire i concerti rock scopre la lirica. E se ne innamora. Enrico è in classe con lei, un’adolescenza da cantante metal. Duettano in “Un dì felice” dalla Traviata ed è amore. «L’inizio di una relazione intensa, che determina il mio personale percorso di vita e di crescita».
 


La comune passione per la musica
Vivono della comune passione per la musica. «Le stesse idee, le stesse sensazioni, la stessa voglia di fondere tutto quello che avevamo amato fino a quel momento con la nuova passione per la lirica: la canzone popolare e le arie d’élite». Nasce, nascono gli Operapop. È Pavarotti a tenere a battesimo il connubio. Nella sua villa sul San Bartolo, da talent scout, riceve i due ragazzi, assieme a tanti altri. Li nota, li incoraggia. «Le vostre voci si fondono – dice - andate avanti». Poi, l’incontro con Little Tony, così diverso da Big Luciano. Due mondi della musica, due punti di vista e due storie diverse. Un altro binomio nella storia di Francesca, che ormai viaggia in coppia con Enrico. «Il nostro agente, Pasquale Mammaro ci propone a Little Tony per I Raccomandati, nel 2009. Lui, all’inizio, stava sulle sue. Poi, ci sente cantare e si convince. Prima puntata: subito la vittoria, al debutto in tivù. Non ci ha più mollati: ci ha portato con sé nei suoi spettacoli, anche all’estero. È stata un’esperienza molto formativa, eccitante. Lui era una bellissima persona».



L’accoglienza entusiasta
Ovunque gli Operapop ottengono un’accoglienza entusiasta. Li galvanizza l’affetto che ricevono da spettatori di tante nazioni, di tutte le età. «Quando sei davanti a un pubblico straniero che ti applaude, che alla fine ti ringrazia con le lacrime agli occhi, perché hai regalato emozioni, capisci che non avresti potuto fare altro nella vita». Ora, Francesca ed Enrico si sentono pronti per camminare sulle proprie gambe. E cominciano a lavorare a un progetto: “Grande amore”, la canzone con cui cinque anni dopo, nel 2016, provano a partecipare a Sanremo. L’hanno scritta due autori napoletani, con quello slancio di passione che solo i partenopei sanno imprimere alla musica e ai testi. «E noi ci abbiamo puntato. Giorno e notte, ad affinare l’interpretazione in una canzone che fonde pop e lirica: un modo nuovo di cantare insieme. Ci ascolta Carlo Conti alle selezioni del festival e il pezzo gli piace moltissimo».
 
Il disgraziato imprevisto
Ma capita l’imprevisto. Da regolamento, tra le nuove proposte non può cantare chi ha più di 36 anni: Enrico li ha compiuti da appena un mese. Basta per escluderli. La canzone viene affidata a Il Volo. «I tre ragazzi cominciavano allora a fare quel che noi avevamo inventato già dieci anni prima: lirica e pop». Il resto è storia di Sanremo, la vittoria, la fama in Italia. Per i tre tenorini, ovviamente. «Per noi, una doccia gelata! E dopo, la depressione, inevitabile quando vedi che ti scippano un tuo progetto, qualcosa che hai visto crescere come un bambino: va in fumo quello in cui credi, in cui hai riposto tutte le tue speranze».
Ma la passione, quella vera, non si spegne mai. Francesca ed Enrico si riprendono dallo shock, dallo sconforto. Preparano il loro primo cd: «Passione». Non avrebbero potuto intitolarlo altrimenti. “Ci inseriamo Grande amore, nella versione originale, che per l’esecuzione del Volo era stata modificata. E ora, mentre prepariamo il secondo cd, più innovativo, stiamo girando anche cinque video su «Passione». Sono cortometraggi diretti da Giuseppe Conti, il regista con cui abbiamo recitato nel film “Un uomo, una voce”, dedicato alla vita di Beniamino Gigli». Ma allora Francesca è anche attrice? «Sia io che Enrico: io interpreto un soprano con cui Gigli canta il brindisi della Traviata; lui, la parte del maestro Rosati, uno dei suoi ultimi maestri. Esce il prossimo 21 settembre nelle sale cinematografiche».
 


Il ritorno alla lirica
Ritorno alla lirica, che Francesca non ha mai abbandonato, tenendo concerti lirici, come pure Enrico. «Anche se il nostro rapporto è cambiato, siamo molto affiatati, anche in virtù della tante esperienze, positive e negative, che abbiamo vissuto insieme, dei sogni condivisi. Il passato non si cancella, fa parte integrante di quel che sei adesso, qui e ora». Martedì gli Operapop aprono il ciclo di concerti programmato alla Nuova Fenice di Osimo per la Coppa Mondiale della Fisarmonica: canteranno con la Form diretta dal maestro Roberto Molinelli. E per il 14 ottobre hanno in programma un concerto al Parco della Musica di Roma.
«Non puoi dirti mai davvero arrivato, se la musica la prendi sul serio. Devi continuare a studiare, a sperimentare». E nel futuro di questa bella ragazza ricca di talento, la famiglia che posto occupa? «Non ho accantonato il sogno di avere bambini. Lo accarezzo, assieme a quello, per me fondamentale, di diffondere nel mondo la musica, la mia compagna di vita».
 
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