Palleggiando da Ancona alla California
L'american dream di Ludo Albanelli

Palleggiando da Ancona alla California L'american dream di Ludo Albanelli
di David Luconi
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Lunedì 18 Settembre 2017, 15:18
The American Dream. Il sogno americano è esattamente quello che sta per realizzare Ludovica Albanelli. Jesina di nascita ma anconetana di adozione, la quindicenne, convinta giocatrice di basket, prenderà il volo per gli Usa il 26 settembre quando di lì a poco inizierà il suo percorso biennale presso la Saint Paul High School di Santa Fe Springs in California. «Tutto è iniziato grazie al Wbsc Supercamp di Sportilia al quale ho partecipato lo scorso luglio - racconta tanto orgogliosa quanto soddisfatta Ludovica -; mi allenavo già dalla mattina prestissimo con coach John Saintignon e dopo pochi giorni lo stesso mi ha avvicinato per dirmi che mi sarebbe piaciuto andare in California a giocare a pallacanestro. Ho avvisato subito la mia famiglia, hanno parlato a lungo con lui e... così è iniziato il sogno di potermi trasferire in America».
 
Da Camerano alla California
Ludovica vive a Camerano, periferia sud di Ancona: la California dista 19 ore di aereo e viaggia a meno 9 in fatto di fuso orario. Come la mettiamo con la nostalgia? «Nessuna nostalgia, vivere questa esperienza era ciò che volevo. La mia famiglia non avrà problemi a raggiungermi in America anche perché mia madre (Cristiana Liuti, ndr) conosce cinque lingue e ha viaggiato per il mondo e non si farà certo spaventare da questo viaggio. Era un’occasione irripetibile che ho sognato per anni». Poi ci sarebbe anche il problema della lingua. Ma Ludovica non è brava solo con la palla. «Capisco bene l’americano ma faccio ancora fatica a parlarlo fluentemente. Vedrò di rimediare nelle prossime settimane più in fretta possibile e sicuramente mi agevolerà vivere a casa di una famiglia del posto che mi ospiterà in questi due anni. Nel frattempo, ci ha pensato mamma e a darmi supporto nelle chiacchierate che ho fatto via chat con i vari responsabili del College stesso».
 
L’amore per il basket
Detto tutto questo, vale la pena di raccontare tutta la storia. Ludovica può riavvolgere la storia? «Avevo cinque anni e questo sport mi è entrato visceralmente sotto pelle. Adoro giocare ma anche allenarmi, tanto che vado al campo molto prima dell’orario previsto dalla seduta. Nei primi anni del Cab minibasket Stamura ho sempre giocato con i maschi, poi la squadra è diventata prettamente femminile. Ed ora potrò giocare nientemeno che nel campionato delle scuole americane. Pazzesco!». Va detto anche che ha avuto buoni maestri: «Sicuramente! Mio zio Corrado (il fratello del papà Stefano, ovvero il deux ex machina del Cab, ndr) che mi ha avviato alla pallacanestro; poi Mauro Serini e Giorgio Panzini ma il coach dal quale ho appreso di più e che ringrazio vivamente è stato Stefano Novelli col quale abbiamo anche raggiunto le finali nazionali giovanili». Coach Saintignon cosa ti ha detto quando ha deciso di regalarti la borsa di studio per il College? «Che ho talento (sorride, ndr). Il mio scopo è quello di migliorare giornalmente sotto tutti gli aspetti del gioco. Nessuno escluso». Per esempio. «Gioco da playmaker e, chiaramente, le letture del gioco e del ritmo sono fondamentali. Credo che da questo punto di vista non si smatta mai di apprendere». Anche in fatto di obiettivi, Ludovica dimostra una maturità sorprendente: «Giocare nella Wnba ossia la lega professionistica di pallacanestro femminile degli Stati Uniti d’America».
 
Un obiettivo molto alto
Obiezione vostro onore. Non stiamo volando un po’ troppo alto? «È sempre stato il mio sogno e cercherò di realizzarlo a tutti i costi. Modelli? LeBron James su tutti. Poi anche Stephen Curry per la facilità che ha nel trovare il canestro da qualsiasi distanza. In Italia sicuramente Danilo Gallinari e Daniel Hackett ». Pochi giorni fa una cestista italiana, Cecilia Zandalasini è stata appena ingaggiata da una squadra della Wnba. «Sì - obietta Ludovica - ma lei è arrivata in America ora che ha 21 anni, io ci arrivo a quindici!». Per quanto focalizzata sul basket, vale la pena anche provare a capire come passa le giornate un’adolescente della sua età. «Scuola, allenamenti e quando posso esco con i miei coetanei. Comunque sia, appena ho un minuto libero adoro tirare a canestro, attività per la quale trovo sempre del tempo utile».
 
C’è un paracadute?
Vietato fare i guastafeste ma Ludovica sa che un giorno potrebbe finire il tuo sogno americano? «Certo, ma per ora non ci penso. Se dovesse accadere vedrò di giocare da professionista da noi. Penso di poterlo fare. Se dovessi tornare in Italia, spero che il mio bagaglio tecnico accresciuto dall’esperienza americana possa essere sufficiente per giocare nel massimo campionato». Anche in Nazionale? «Lo spero, anche se finora non ho mai vestito l’azzurro».
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