Rosella, l'avvocata blogger: "I miei post
dopo il miracolo. Terremoto, ti batterò ancora"

Rosella, l'avvocata blogger: "I miei post dopo il miracolo. Terremoto, ti batterò ancora"
di Alessandra Bruno
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Domenica 7 Maggio 2017, 14:35 - Ultimo aggiornamento: 24 Maggio, 17:09
È il destino, a volte in una manciata di secondi, a tessere le fila. Quello di Rosella Gaeta, classe ’71, brillante avvocato di Camerino, ha deciso che il campanile di Santa Maria in Via, mentre la terra tremava, crollasse a pochi passi da lei. Erano le 21.18 del 26 ottobre: «Qualche secondo più tardi e sarei rimasta sepolta. Mi sento una miracolata», dice. Un attimo sospeso tra la vita e la tragedia. Nel lungo day after, ha sviluppato un dettagliato diario post sisma su Facebook . 

L’impegno dopo il miracolo
Post dopo post Rosella, dall’esilio lungo la costa, ha catturato i progressi personali e della città ducale. Un’immagine, una frase, un nuovo traguardo: appunti di speranza. «Le case di mio fratello e dei mie genitori sono inagibili, la mia e lo studio sono gravemente lesionati e in più si trovano in zona rossa- spiega- il terremoto non mi ha tolto però il bene più prezioso: la vita. All’inizio ho sentito il bisogno di condividere sui social informazioni pratiche con chi era nella mia stessa situazione. Poi le annotazioni virtuali hanno assecondato il mio bisogno di esprimermi, come una valvola di sfogo». Per 5 mesi e mezzo Rosella ha vissuto in un hotel a San Benedetto: «Dovevo farmi forza, soprattutto per i miei genitori, il sisma del 97’ me lo ricordo, ma questa volta è stato più devastante- prosegue- a causa dello stress sono dimagrita, perdevo i capelli a ciocche. In albergo ho conosciuto gli sfollati di Amatrice e Accumuli, con storie più complesse della mia, abbiamo stretto un legame profondo». Come la piccola Miriam, Chiara, Nicolino, l’ottantenne Cesarina: «Con Cesarina una sera ho dormito insieme perché aveva paura- ricorda Rosella-. A San Valentino, invece, le ho fatto un regalo. Quando ho lasciato l’hotel abbiamo pianto, tutti insieme».

La sensibilità 
Una sensibilità già maturata quando presiedeva quella che oggi è la casa di riposo gestita dalla fondazione “Casa Amica di Camerino”. «I primi tempi- dice ancora- mi mancava ogni cosa, parcheggiare la macchina, apparecchiare la tavola, cucinare, frequentare gli amici, la piscina, i corsi di yoga, le camminate sullo sfondo dei miei Sibillini. Ho sempre amato truccarmi e vestirmi bene. Piccolezze, se vogliamo, che per una donna sono importanti. Durante il periodo dei saldi non riuscivo neanche ad avvicinarmi alle vetrine, avevo perso interesse anche per lo shopping, la mia passione». 

Fuori dal tribunale
Fuori dalle aule del tribunale veste comoda, ma per lavoro Rosella è impeccabile nei suoi outfit casual chic dove trionfano maxi borse, jeans, giacche e rossetti dai toni vivaci: «Davanti allo specchio mi vedevo brutta- ammette- per questo quando un vigile del fuoco mi ha offerto il caffè al ristorante, all’improvviso, con tanto di baciamano, quel gesto mi ha ridato l’autostima». Un aneddoto che spunta su un post, dove traspare anche la sua vena romantica: «Come tutte le donne affascinate dal papà- svela- vorrei un uomo come lui: ironico, brillante, colto. Io e mio fratello abbiamo seguito le sue orme, diventando avvocati. Oggi gli uomini si fermano all’apparenza e corrono veloce. Sì, lo ammetto, sono all’antica. Ma conquistarmi non è difficile, sono una persona semplice». Rosella, metodica, puntale e precisa, si è dovuta reinventare come donna e come professionista. A metà aprile ha lasciato la costa, ha preso in affitto una casa in un comune dell’entroterra: «Lo studio di famiglia è provvisoriamente ad Ascoli- racconta- . Io ho ricevuto clienti nei bar, nel centro commerciale di Tolentino, al piano terra del tribunale. Ho fatto il secondo grande trasloco il primo dell’anno, la voglia di festeggiare non c’era. Dormire nel mio letto dopo mesi, sentire il profumo del detersivo e della biancheria è stata una piccola gioia. Ho perso tanti oggetti cari, dall’armadio a distanza di mesi riaffiora ancora la polvere. Però ho ritrovato l’orologio della laurea, un anello che mi regalai e tutti i miei vinili». Qualche giorno fa la prima lezione di spin bike dopo mesi. Borraccia e tuta: «L’ho scritto su Fb- chiude- l’accoglienza è stata bellissima. Oggi mi sento più forte, nella mia casa chissà se tornerò. Non è il mio sogno, ora. Il mio sogno è essere felice». Che poi, parafrasando Tolstoj, «la felicità è reale solo quando è condivisa».
 
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