Scontro tra barche con un ferito
alla regata Pesaro-Rovigno

Scontro tra barche con un ferito alla regata Pesaro-Rovigno
2 Minuti di Lettura
Sabato 30 Aprile 2016, 20:31 - Ultimo aggiornamento: 20:38

PESARO - Cinquantuno barche erano schierate ieri al via della seconda manche della 32esima Pesaro-Rovigno, ma solo 49 hanno lasciato il porto pesarese. Questo perché ai primi vagiti del via alla regata velica d’altura si è registrato una fragorosa collisione fra l’imbarcazione pesarese dello skipper Michele Cinquepalmi - nota soprattutto per il suo equipaggio quasi interamente al femminile e in rigorosa tenuta fuxia – e la riminese Kuka dello skipper Roberto Casadei.

Il tutto davanti agli occhi del pubblico pesarese di curiosi e appassionati che da 32 primavere, nel weekend del Primo di Maggio, assiste dal porto allo spettacolo di vele spiegate verso la Croazia. Questa volta, allo spettacolo, si è aggiunto un sobbalzo collettivo all’udito di un botto simile a quello di un incidente stradale.


Questo perché al via alla gara, tra la partenza e la prima boa di disimpegno, le due imbarcazioni sono venute a contatto. Un impatto avvenuto in una fase dove le barche, teoricamente, dovevano cominciare a sgranarsi dalla flotta iniziale. Fatto sta che fra le pacate dispute di chi reclamava che una barca, come si dice in gergo, “non desse acqua” all’altra, abbinata ad una probabile macchinosità di manovra della dirimpettaia è accaduto che la prua del più imponente scafo di Chica Magnum finisse per speronare la Kuka a metà dello scafo creando uno squarcio profondo e un ancor più notevole spavento. I membri dei due equipaggi se la sono cavata con ferite lievi che non sono andate oltre qualche capitombolo al momento dell’impatto e qualche borsa del ghiaccio in fronte. 


Ben più gravi i danni riportati dalle imbarcazioni. Soprattutto la Kuka. Che ha cominciato ad imbarcare acqua e, nelle fasi successive all’impatto, ha visto sradicarsi albero e vele. Che sono finiti in mare. Qualche falla anche per Chica Magnum che, come la compagna di sventura, a fatica, è rientrata in porto. Ma per Kuka, la gravità dei danni riportati e la quantità di acqua imbarcata, ha reso necessario che lo scafo fosse rimorchiato con verricello sulla banchina.

© RIPRODUZIONE RISERVATA