«Caro figlio, la tua morte è un ergastolo di dolore». Lettera della mamma di Pierpaolo Panzieri ucciso a Pesaro: sabato avrebbe compiuto 28 anni

«Pulisco la tua tomba e immagino il tuo respiro lì dentro»

Lettera della mamma di Pierpaolo Panzieri ucciso a Pesaro: sabato avrebbe compiuto 28 anni
Lettera della mamma di Pierpaolo Panzieri ucciso a Pesaro: sabato avrebbe compiuto 28 anni
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 11 Ottobre 2023, 01:40 - Ultimo aggiornamento: 12 Ottobre, 07:33

«In memoria di Pierpaolo, la sua mamma»: termina così la lettera che Laura Gentilucci, madre di Pierpaolo Panzieri, ha scritto a nome della famiglia, alla vigilia del compleanno del figlio e che, di seguito, pubblichiamo. Sabato prossimo Pierpaolo avrebbe compiuto 28 anni, ma la sua vita si è fermata, a Pesaro, il 20 febbraio, scorso sotto i colpi di coltello inferti da Michael Alessandrini.

PESARO - Ciao Pier, sei stato 27 anni di nostra felicità, ed ora che sabato è il tuo compleanno e non ci sei più, abbiamo nel cuore solo un grande dolore e tristezza. Sarebbero stati 28: 28 anni di sogni, di desideri, di obiettivi, 28 anni di felicità di un giovane uomo nel pieno della sua adorata vita. Eri così vivo Pier, così entusiasta, così pieno di energie verso il tuo futuro. È finito tutto, un giorno di inverno.
Un giorno dove ti hanno tolto dal mondo terreno...  un giorno dove la tua mamma e tuo fratello ti hanno trovato sul pavimento, pieno di sangue, nel bagno di casa tua. Un giorno dove una mano assassina ti ha inflitto un’infinità di crudeli coltellate a tradimento. 27 anni finiti sul pavimento di un bagno, con l’inganno, finiti con l’ultima cosa che hai potuto vedere: quell’amico a cui avevi preparato la cena che ti aggrediva con inaudita ferocia e senza motivo. E non c’è stata neppure una scusa per quello che ti è stato fatto. Oltre che a te, che non meritavi una morte così, neanche a noi che non meritavamo di perderti così.

L'adorata Thea


Il babbo si prende cura della tua adorata Thea, la riempie di amore, come facevi tu. Tuo fratello ti cura i fiori e con babbo prosegue il vostro lavoro, quello che amavi così tanto. Soffrono Pier. Io pulisco spesso la tua tromba e immagino il tuo respiro lì dentro, immagino le tue note e realizzo che la mia vita senza te è un dolore costante. Troppo grande anche per il babbo e per il tuo adorato Gianmarco. È un ergastolo di dolore, il nostro, quello che noi avremo fino all’ultimo dei nostri giorni: io, il babbo, Gianmarco, Zia Annalisa e chiunque ti ha amato. Sono passati 7 mesi e mezzo Pier, e io spesso guardo il telefono e immagino che possa suonare, che sia tu che mi dici che stai arrivando.
Come è assurdo che l’invidia è il rancore, covati nell’animo di qualcuno che credevi fosse tuo amico, possano programmare di uccidere una persona stupenda buona e altruista.

Come eri tu. Sono sette mesi e mezzo che veniamo due volte al giorno al cimitero: a portarti fiori, a pregare per te e per noi, per darci la forza di continuare un percorso così difficile senza di te. A noi resta solo quello, e la speranza che per te venga fatta presto la Giustizia che meriti.

Quel racconto lucido


Il giorno di Pasqua una mamma ha voluto leggere un racconto, un racconto molto duro. Erano le parole di un assassino che raccontava come aveva deciso e prestabilito di uccidere il suo amico Pierpaolo. Poi ha descritto come ha fatto, era così lucido quel racconto. Poi ha detto che ha dato due calci ad un cadavere, mentre lo insultava pure: quel cadavere era mio Figlio. Poi l’ha lasciato lì e ha chiuso la porta come se nulla fosse successo. Poi si è messo una mascherina in volto, ha percorso le vie del centro, ed è partito in auto per la Romania. Poi è stato preso e ringrazierò sempre il commissariato per il suo eccellente lavoro. Poi ha confessato. Poi sono passati sette mesi e mezzo. Adesso noi ci aspettiamo solo che la Giustizia terrena arrivi e che sia una Giustizia severa. Non dico crudele, come è stato l’assassino di mio figlio, ma severa sì! Perché premeditare ed eseguire la tua uccisione è stato davvero estremamente ingiusto e crudele.


E perlomeno, che la tua morte non sia stata vana, ma che diventi un esempio di Giustizia. Se uccidi una persona devi fare la galera, senza Se e senza Ma. Mio figlio non ha più diritto a nulla, non ha avuto sconti. Nessuno ha solo il diritto di essere ricordato, ed è dovere di tutti ricordarlo perché è stato ucciso brutalmente. Nel frattempo resti dentro di noi, Pier, per sempre. Ma ti hanno strappato dalla vita troppo presto, e da innocente. Sabato ti ricorderemo con una passeggiata, parleremo e ti ricorderemo assieme, perché hai degli amici meravigliosi. E ti vogliono ricordare con noi nei luoghi e te cari, tra la natura, dove amavi andare tu. Ci manchi così tanto, caro nostro Pier… per sempre. In memoria di Pier Paolo la tua mamma Laura.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA