PESARO - «Entro fine mese il ministro confermerà la ripartizione delle risorse. La Regione non metta in discussione l’investimento storico sull’arretramento della ferrovia e non faccia campanilismi, Pesaro non è una città esterna alle Marche. E Fano si può coinvolgere nel piano trovando le risorse in una fase successiva». Il sindaco Matteo Ricci si è detto «abbastanza sconvolto del dibattito nelle Marche sull’arretramento della ferrovia. Un dibattito avvilente e che non ha nulla di strategico e rischia solo di fare confusione, oltre che far rischiare di perdere un’opportunità storica, a causa di un livello molto basso e sbagliato del dibattito».
Dagli inizi
L’idea dell’arretramento della ferrovia nasce nel 2012, «con l’aggiornamento del Ptc (Piano Territoriale di Coordinamento) della Provincia. Ai tempi – continua – inserimmo una norma di salvaguardia del tratto di territorio perché, se volevamo potenziare la ferrovia nel versante adriatico, non potevamo pensare di far passare il treno in riva al mare. Nel 2018 emerse la volontà di Ferrovie dello Stato di intervenire sul nodo pesarese, per recuperare 4 minuti sulla tratta. Ma il ministero non era d’accordo sullo spostamento della ferrovia dai centri abitati». Da lì il cambio di rotta, verso la proposta di arretrare la ferrovia lungo l’asse autostradale e spostare la stazione a circa due chilometri da quella attuale «per intercettare anche il trasporto merci». Un progetto da 1,2 miliardi, inserito nei 5 miliardi del potenziamento della Bologna-Bari, con la Green Line. «Una nuova circonvallazione sostenibile, un tratto sormontabile e attraversabile a piedi e in bici, al posto delle attuali rotaie». I fondi sono quelli del bilancio pluriennale dello Stato che ha scadenza al 2033. Per Pesaro 1,2 miliardi. L’ipotesi messa sul piatto nel progetto è quella di arretrare la ferrovia dopo il passaggio di Gradara, con la stazione spostata tra l’interquartieri e l’autostrada, in zona strada dei Cacciatori.
Incalzare
Incalza il sindaco: «È un’opportunità storica, parliamo di 1,8 miliardi per le Marche.
Chi la spunta
Per Ricci «il ministro Giovannini non è pazzo. Ha fatto una ripartizione, costruita con Ferrovie dello Stato, coinvolgendo le Regioni. Una scelta non politica, ma strategica e tecnica. Secondo me è abbastanza sorpreso per la risposta. Nella riunione con le regioni, i referenti degli altri territori si mandavano i messaggi tra di loro, dicendo che se le Marche i soldi non li vogliono, li prenderanno loro volentieri». Ricci invita il presidente della Regione Francesco Acquaroli, «persona intelligente» a ragionare. «Nessuno si permetta di mettere in discussione un investimento storico per le Marche. Ora cosa facciamo buttiamo via tutto, perchè Pesaro è governata dal centrosinistra? Siamo la seconda città delle Marche, con 1700 abitanti meno di Ancona. Un amministratore serio prende il grande risultato e crea le condizioni per aggiungere altro».