Maurizio, 16 anni, si immerge e muore
sotto agli occhi di mamma e papà

Maurizio, 16 anni, si immerge e muore sotto agli occhi di mamma e papà
di Gianluca Murgia
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Lunedì 11 Luglio 2016, 05:25 - Ultimo aggiornamento: 20:23

PESARO - Un tuffo, l’immersione, la tragedia. Dall’altra parte del telefono, in alto madre, una madre disperata che chiede aiuto. Suo figlio, 16 anni, non dà più segni di vita dopo un bagno avvenuto dodici miglia a largo di Pesaro. Come in un incubo: Maurizio Zanzani, riminese, appassionato di nuoto, tesserato con la società di nuoto Salvamento Rimini, quelli che fanno i corsi di salvataggio, è deceduto ieri pomeriggio al Pronto soccorso di Pesaro davanti agli occhi dei genitori. 

Era arrivato in condizioni disperate dopo un tentativo rianimazione avvenuto prima sul grande e capiente gommone di famiglia, proseguito poi sulla motovedetta Cp872 della Capitaneria di Porto e continuato sulla banchina con il personale del 118, precedentemente allertato, intervenuto tempestivamente sul posto. 
Ogni operazione, ogni massaggio, ogni singolo disperato tentativo, sotto gli occhi della madre devastata dal dolore come il padre e gli amici presenti, è stato inutile. La famiglia, partita dal porto di Rimini insieme a una coppia di amici, si era diretta alla piattaforma a largo di Pesaro. Secondo quanto ricostruito, durante una serie di immersioni senza bombole, in apnea, intorno alle 15.30, il ragazzino ad un certo punto non sarebbe più riemerso.

Il padre, allarmato, si sarebbe allora tuffato e lo avrebbe avvistato, ormai senza sensi, in profondità. Avrebbe cercato di raggiungerlo ma, sempre secondo le prime ricostruzioni di quei concitati momenti e ancora al vaglio degli inquirenti, non ci sarebbe riuscito e, una volta tornato in superficie, avrebbe forse dovuto ricorrere all’utilizzo delle bombole per rituffarsi e raggiungerlo.
I minuti, preziosi, sarebbero così scivolati uno dietro l’altro nel panico più totale dei presenti, prima che il corpo del giovane rivenisse portato a bordo del capiente gommone. La chiamata alla Capitaneria pesarese, competente di quel tratto di mare, è arrivata alle ore 16.
La partenza, con l’unità Cp872 dal Porto di Pesaro, con a bordo gli Opsa, gli operatori polivalenti della Croce Rossa Italiana, è avvenuta quasi istantaneamente e dopo alcune miglia ha intercettato tempestivamente il gommone, con il ragazzo senza sensi nonostante il massaggio cardiaco continuo praticato dai presenti, famigliari e amici, in totale un gruppo di 6 persone, che nel frattempo era ripartito in direzione della costa di Pesaro. 
Resta in fase d’accertamento se sia trattato di un semplice bagno, una battuta di pesca come sub, un tuffo in apnea o se l’immersione sia avvenuta con le bombole. L’autopsia chiarirà se si sia trattato di un malore, un’embolia, una sindrome da annegamento o altro. La certezza, ora, è solo una: la tragedia che ha colpito una famiglia strappandole un figlio di appena 16 anni in una calda giornata di in mezzo al mare. La piattaforma, del resto, è una meta da sempre molto frequentata in barca d’estate per fare il bagno. 

Sul corpo di Maurizio, 16 anni, nato e residente con la sua famiglia a Rimini, una volta portato a bordo della motovedetta, sono proseguite anche durante il tragitto tutte le operazioni possibili di rianimazione. Ma le sue condizioni, nonostante l’intervento tempestivo e puntuale, sono apparse subito disperate. 
La motovedetta della Capitaneria ha attraccato al porto di Pesaro alle 17.30. Sul posto è entrato in azione il personale del 118, già allertato e puntualmente presente nonostante le molteplici chiamate pomeridiane e la penuria di personale addetto di queste settimane.

Sotto gli occhi della madre sono proseguite, anche alla presenza di diversi passanti, le operazioni di rianimazione attraverso la ventilazione automatica. Il ragazzo è stato intubato, gli sono stati somministrati tutti i farmaci del caso, il massaggio cardiaco e le scariche del defibrillatore, per un’altra mezzora, non hanno dato gli esiti sperati. Nemmeno un cenno. Lì, allora, è scattato il trasporto all’ospedale San Salvatore di Pesaro dove, nel reparto di rianimazione, la medesima procedura è andata avanti per altri trenta minuti prima di constatarne il decesso. 

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