PESARO - Mamme con i passeggini, bambini, giovani coppie, genitori, un mondo variegato legato dalla preoccupazione per quanto sta accadendo alla sanità cittadina e in particolare all’ospedale San Salvatore. Con loro i rappresentanti del Pd e del Movimento 5 Stelle che hanno da giorni dato voce ai timori di chi manifesta.
I temi caldi
La chiusura del dipartimento di Pediatria a Pesaro non ci sarà ma le preoccupazioni di una certa parte di cittadini, politica, e forze sindacali resta sui temi sanitari e molti non si fidano di quanto assicurato dalla maggioranza in Regione. Il sit-in davanti il San Salvatore di ieri mattina, fatto senza simboli o bandiere che ha raccolto circa un centinaio di persone, ha permesso anche ai cittadini comuni di esprimersi sull’organizzazione ospedaliera in generale.
La salute non ha colori
«L’ospedale è un tema che riguarda tutti e la sanità non è né di destra né di sinistra - ha ricordato il segretario Pd Gianpiero Bellucci – e noi vogliamo prima il progetto e poi un piano dei trasferimenti dei reparti, infatti non si parla più dell’ospedale nuovo di Muraglia, scelta fatta da una commissione tecnica Regione-Comune nel 2021. Pesaro seconda città delle Marche ha diritto ad avere un nuovo ospedale». Parole ferme e competenti legate all’esperienza vissute hanno sostenuto la testimonianza di Giuseppina Catalano ex vicesindaco e già primario di Oncologia a Muraglia che ha ribadito la necessità di non smantellare i servizi. Temi della sanità seguiti anche dai consiglieri regionali (assente per un impegno ma a sostegno dell’iniziativa Marta Ruggeri) come Andrea Biancani.
«La paventata chiusura del dipartimento materno infantile sembra scongiurata, spostare ora i reparti in assenza di un progetto per il nuovo ospedale significa depotenziare i servizi considerando che a Fano mancano quelli di supporto alla nascita. Ma qui oggi protestiamo anche per lo “spezzatino” con i reparti legati alla psichiatria. A cosa serve poi spendere soldi cercando locali in affitto quando da anni dobbiamo decidere cosa fare dell’ex manicomio? Metà di quella sede è della Regione e una volta ripristinata può essere ideale per tale servizio».
La fuga in Romagna
Micaela Vitri «Abbiamo parlato con medici ed infermieri, abbiamo visto i tecnici fare i sopralluoghi, quella del trasferimento non è una voce inventata, erano pronti a farlo e se tutto è stato sospeso è stato anche grazie all’annuncio di questa protesta. Le rassicurazioni date non ci convincono quindi la battaglia continua». Tra i cittadini che hanno preso la parola ecco Deborah una mamma «Sto lottando per non far chiudere qui i reparti di pediatria, ostetricia e ginecologia già tre anni fa sottratti causa Covid. Un eventuale spostamento a Fano significa una sede più piccola e obsoleta. Negli ultimi anni tante mamme di pesaresi hanno fatto nascere i propri bambini in Romagna (almeno 100 solo nel 2022 ha ricordato la consigliera Vitri ndr)». Voce anche a qualche papà e ad una rappresentante dell’Udi come Antonella «Da tempo si stanno attaccando anche i consultori familiari e molti servizi socio sanitari negli anni sono stati depotenziati. I consultori invece devono essere ripotenziati come servizio alle donne ed ai bambini». Applausi poi per una signora che ha criticato anche i Governatori regionali prima di sinistra (Ceriscioli) poi di destra (Acquaroli) ricordando la difficoltà per i cittadini di spostarsi per essere curati e le promesse di intervento mai mantenuti dai Governatori sia di destra che di sinistra e non sono mancati interventi sulle difficoltà del pronto soccorso con testimonianze di ore di attesa anche per i bambini e lamentando la presenza di medici “improvvisati” inseriti lì dalle cooperative senza adeguata competenza o esperienza.