Pesaro, sit in di protesta davanti all'ospedale: «Giù le mani da Muraglia e San Salvatore»

Pesaro, sit in di protesta davanti all'ospedale: «Giù le mani da Muraglia e San Salvatore»
Pesaro, sit in di protesta davanti all'ospedale: «Giù le mani da Muraglia e San Salvatore»
di Luca Senesi
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Domenica 27 Agosto 2023, 02:55 - Ultimo aggiornamento: 28 Agosto, 06:50

PESARO - Mamme con i passeggini, bambini, giovani coppie, genitori, un mondo variegato legato dalla preoccupazione per quanto sta accadendo alla sanità cittadina e in particolare all’ospedale San Salvatore. Con loro i rappresentanti del Pd e del Movimento 5 Stelle che hanno da giorni dato voce ai timori di chi manifesta.

I temi caldi

La chiusura del dipartimento di Pediatria a Pesaro non ci sarà ma le preoccupazioni di una certa parte di cittadini, politica, e forze sindacali resta sui temi sanitari e molti non si fidano di quanto assicurato dalla maggioranza in Regione. Il sit-in davanti il San Salvatore di ieri mattina, fatto senza simboli o bandiere che ha raccolto circa un centinaio di persone, ha permesso anche ai cittadini comuni di esprimersi sull’organizzazione ospedaliera in generale.

Presenti numerosi assessori del comune di Pesaro, consiglieri comunali di vario colore, rappresentanti regionali e poi gruppi delle mamme e cittadini compresi coloro che hanno parenti seguiti dai servizi psichiatrici o altri reparti. Slogan campeggiavano nei fogli distribuiti ai partecipanti: “Pediatria non si tocca”, “Vogliamo il progetto di Muraglia”, “No allo spezzatino di Psichiatria”, “Ospedale di Pesaro riferimento per tutto il territorio”. 

La salute non ha colori

«L’ospedale è un tema che riguarda tutti e la sanità non è né di destra né di sinistra - ha ricordato il segretario Pd Gianpiero Bellucci – e noi vogliamo prima il progetto e poi un piano dei trasferimenti dei reparti, infatti non si parla più dell’ospedale nuovo di Muraglia, scelta fatta da una commissione tecnica Regione-Comune nel 2021. Pesaro seconda città delle Marche ha diritto ad avere un nuovo ospedale». Parole ferme e competenti legate all’esperienza vissute hanno sostenuto la testimonianza di Giuseppina Catalano ex vicesindaco e già primario di Oncologia a Muraglia che ha ribadito la necessità di non smantellare i servizi. Temi della sanità seguiti anche dai consiglieri regionali (assente per un impegno ma a sostegno dell’iniziativa Marta Ruggeri) come Andrea Biancani.
«La paventata chiusura del dipartimento materno infantile sembra scongiurata, spostare ora i reparti in assenza di un progetto per il nuovo ospedale significa depotenziare i servizi considerando che a Fano mancano quelli di supporto alla nascita. Ma qui oggi protestiamo anche per lo “spezzatino” con i reparti legati alla psichiatria. A cosa serve poi spendere soldi cercando locali in affitto quando da anni dobbiamo decidere cosa fare dell’ex manicomio? Metà di quella sede è della Regione e una volta ripristinata può essere ideale per tale servizio». 
La fuga in Romagna
Micaela Vitri «Abbiamo parlato con medici ed infermieri, abbiamo visto i tecnici fare i sopralluoghi, quella del trasferimento non è una voce inventata, erano pronti a farlo e se tutto è stato sospeso è stato anche grazie all’annuncio di questa protesta. Le rassicurazioni date non ci convincono quindi la battaglia continua». Tra i cittadini che hanno preso la parola ecco Deborah una mamma «Sto lottando per non far chiudere qui i reparti di pediatria, ostetricia e ginecologia già tre anni fa sottratti causa Covid. Un eventuale spostamento a Fano significa una sede più piccola e obsoleta. Negli ultimi anni tante mamme di pesaresi hanno fatto nascere i propri bambini in Romagna (almeno 100 solo nel 2022 ha ricordato la consigliera Vitri ndr)». Voce anche a qualche papà e ad una rappresentante dell’Udi come Antonella «Da tempo si stanno attaccando anche i consultori familiari e molti servizi socio sanitari negli anni sono stati depotenziati. I consultori invece devono essere ripotenziati come servizio alle donne ed ai bambini». Applausi poi per una signora che ha criticato anche i Governatori regionali prima di sinistra (Ceriscioli) poi di destra (Acquaroli) ricordando la difficoltà per i cittadini di spostarsi per essere curati e le promesse di intervento mai mantenuti dai Governatori sia di destra che di sinistra e non sono mancati interventi sulle difficoltà del pronto soccorso con testimonianze di ore di attesa anche per i bambini e lamentando la presenza di medici “improvvisati” inseriti lì dalle cooperative senza adeguata competenza o esperienza.

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