Delitto Bruzzese, analizzati 5 miliardi di dati: ma la difesa di Versace contesta la mancata certificazione del software

Delitto Bruzzese, analizzati 5 miliardi di dati: ma la difesa di Versace contesta la mancata certificazione del software
Delitto Bruzzese, analizzati 5 miliardi di dati: ma la difesa di Versace contesta la mancata certificazione del software
di Luigi Benelli
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Giovedì 11 Gennaio 2024, 03:55 - Ultimo aggiornamento: 12 Gennaio, 08:42

PESARO - Il soggiorno a Ivrea e le contestazioni sul software che ha analizzato 5 miliardi di dati e 650 mila mail. Ieri altra udienza per il processo a carico di Rocco Versace, 57enne calabrese che avrebbe avuto, secondo la procura, un ruolo chiave nella pianificazione dell'omicidio di Marcello Bruzzese, freddato il 25 dicembre 2018 in via Bovio, nel centro storico. Un omicidio di ‘ndrangheta dato che Marcello era fratello di Girolamo Biagio, collaboratore di giustizia che grazie alle sue testimonianza ha permesso di portare a varie condanne per i membri della cosca Crea di Rizziconi.

Ieri la testimonianza di un gestore di una struttura ricettiva nella zona di Ivrea, dove Rocco Versace sarebbe stato in compagnia di Michelangelo Tripodi, che si presentava con il documento di Giacomo Procopio.

Tripodi, è già stato condannato insieme a Francesco Candiloro all'ergastolo dal Tribunale di Ancona, quali esecutori materiali dell’omicidio. Avevano soggiornato in un b&b nella zona di Ivrea, proprio nel periodo di fine marzo 2018. In quel caso il loro interesse, secondo l’accusa, era rivolto su Francesco Bruzzese, un altro fratello della vittima, e ritenuto uno dei potenziali obiettivi per la vendetta. Al teste è stato chiesto di riconoscere Versace, presente in videocollegamento dal carcere. Ha risposto affermativamente «al 70%». Una percentuale su cui la difesa insiste per sottolineare che non sia una sicurezza assoluta. Gli avvocati Francesco Albanese e Pasquale Loiacono ritengono che quel viaggio sia stato solo per motivi di lavoro. Al teste i due si erano presentati come rivenditori di auto usate. Una doppia vita di Versace su cui si continua a scavare. Ma che la difesa vuole smontare partendo dal fatto che nel giorno dell’omicidio Versace era in Calabria e i suoi spostamenti nel pesarese e riminese sarebbero stati solo per motivi di lavoro.

Altro tema, il software che ha analizzato la miriade di dati telematici, celle telefoniche agganciate e collegato le sim criptate olandesi alle utenze degli imputati. Gli avvocati di Versace hanno insistito su questo punto sottolineando l’assenza di una certificazione di questo strumento informatico, realizzato e programmato per l’occasione dal Ros dei carabinieri.

E sul fatto che nel presunto passaggio di Versace a Pesaro a novembre, le celle lo localizzerebbero in un’are del centro Italia non ben definita. Il maresciallo dei Ros ha puntualizzato che non vengono rilasciate certificazioni per software di questo tipo. La sentenza potrebbe arrivare in primavera.

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