Il pane aumenta, la resa dei fornai di Pesaro: «Rincari inevitabili, non ci stiamo più dentro»

Il pane aumenta, la resa dei fornai di Pesaro: «Rincari inevitabili, non ci stiamo più dentro»
Il pane aumenta, la resa dei fornai di Pesaro: «Rincari inevitabili, non ci stiamo più dentro»
di Véronique Angeletti
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Domenica 11 Settembre 2022, 02:20 - Ultimo aggiornamento: 12 Settembre, 10:13

PESARO - Per i fornai, è sempre più difficile non ritoccare il prezzo del pane. Uno recentissimo studio della Cna romana ha calcolato che, nella capitale, il rincaro dell’energia pesa circa un 25% in più su un chilo di un prodotto medio da forno e che l’aumento delle materie prime incide su ogni singolo prodotto per 60 centesimi.

Statistiche che valgono per tutt’Italia e quindi anche per il comparto dei panificatori e dolciari del Pesarese. Elisabetta Peruzzini con i fratelli Michele, Danilo ed Agnese sono i proprietari di “Pane e Dolci” in via Papa Giovanni XXIII a Pergola. Il negozio non è una semplice interfaccia del forno con i clienti per la vendita diretta ma è stato predisposto per essere un bar-gelateria con la possibilità di fare una pausa caffè o un pranzo veloce.

I ritocchi

«A fine agosto - entra nel merito degli aumenti Elisabetta - poco prima delle ferie, (riaprono questo lunedì ndr), abbiamo ritoccato leggermente i nostri prezzi.

Tuttavia, per venire incontro ai nostri clienti, abbiamo finora deciso di modificare solo i prodotti che vanno pesati ma non quelli che si vendono a pezzi come ad esempio le paste». Pochi centesimi che però non bastono. Spiega che, da diversi mesi, l’aumento delle materie prime ha ridotto i margini su ogni prodotto ma con i prezzi attuali del metano e del kWh, le bollette sono un salasso e costringono a rivedere il listino prezzo. Il colmo è che non possono nemmeno modificare gli orari per lavorare con i prezzi dell’energia elettrica della terza fascia, quelli “fuori punta”, quelli più bassi. «D’estate e a dicembre lavoriamo H24 e nelle altre stagioni, ci sono solo tre ore dove il laboratorio è meno energivoro». I fornai è noto lavorano di notte. Benvenuto Pagnoni, vicepresidente nazionale dei panificatori della Confesercenti e fondatore del Panificio Pagnoni di Pesaro è molto preoccupato.

«Già molti colleghi hanno aumentando i prezzi e prevedo che ci saranno ulteriori aumenti. Non ci sono più margini per lasciare i prezzi tali quali. Le pagnotte – sottolinea - non si cuociono e non si distribuiscono da sole. Di fatto, siamo delle aziende che, per definizione, vivono di farina, di latte, di gas, di elettricità e di carburanti». Spiega che dal 1° marzo, il suo panificio ha aumentato di circa 10-11% il suo listino. «E queste percentuali hanno solo in una minima parte assorbito i prezzi d’acquisto delle materie prime». Aumenti che non sembrano aver più di tanto influenzato il consumatore. Secondo un’indagine NelsenIq Italia su dati Istat, quest’estate, le vendite di pane e pasticceria nei supermercati sono addirittura aumentate del 17,1%. «Nei supermercati – precisa Benvenuto Pagnoni – ma non penso nei forni. Anzi, sono proprio convinto che tanti forni hanno avuto meno clienti dell’anno scorso. La gente – ricorda - sta cercando di risparmiare ed è una tendenza che si confermerà con l’inverno in previsione delle bollette del riscaldamento. Il che non mancherà di modificare i consumi per questo Natale». Perché già da settembre i forni iniziano a programmare gli acquisti per la produzione dei dolci delle feste. «Purtroppo, non abbiano sotto controllo i costi ed immaginiamo come lieviteranno i prezzi del panettone. Già adesso la quotazione del burro da 3,80 € al kg è salita a 11 se non 12 euro e dobbiamo fare i pagamenti anticipati all’ordine se vogliamo che il fornitore congeli il prezzo. Ennesima dimostrazione che urge un intervento del governo. Per mettere un tetto all’energia, fare un’operazione sull’Iva, indagare se ci sono speculazioni». 

Il doppio aspetto

Roberto Cecconi, consulente della cooperativa di consumatori di Villa Fastigi e fino all’anno scorso direttore responsabile latticini e salumi, gastronomia, surgelati e pesce presso Coop, conferma senza quantificare che c’è una crescita di vendita globale di pane nei supermercati. «Sono anche incrementate le vendite dei prodotti che cuociamo, quelli sottoposti a doratura. Ma i dati sono sempre relativi. Stiamo prendendo come riferimento anni dove abbiamo vissuto una pandemia dove si sono modificate le abitudini di acquisto. Basta a pensare al lockdown e alla penuria di lievito da birra e di farina perché le famiglie amavano fare il pane in casa. Comunque, rimane che il nostro obiettivo è tutelare il nostro cliente e fare di tutto affinché non ci siano aumenti». Ma poi c’è forse anche un’altra lettura. Che i forni hanno aumentato i listini e i supermercati, di conseguenza, hanno diminuito gli ordini. Pertanto, a scaffale vuoto, vanno in sostituzione i prodotti surgelati e cotti al momento. 

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