PESARO - Incompatibile per età e salute con il regime carcerario, Vito Cangini ha lasciato il carcere di Villa Fastiggi ed è tornato a casa. L’80enne reo confesso dell’omicidio della moglie Natalia Kyrychok, 61 anni ucraina, cuoca di un ristorante a Misano, era stato condannato lo scorso maggio a 24 anni di reclusione.
La difesa
Gli avvocati Fiorenzo e Alberto Alessi hanno depositato una istanza per chiederne gli arresti domiciliari visto il cagionevole stato di salute dovuto all’età. Istanza accolta, Cangini è tornato a casa da circa un mese con braccialetto elettronico. Aiutato da alcuni familiari, vive comunque solo e ai suoi avvocati avrebbe confessato di star meglio in carcere piuttosto che isolato e senza compagnia. Nel frattempo gli avvocati stanno preparando il processo d’appello per tentare di ridurre la pena a Cangini.
La moglie era stata uccisa nella notte tra il 25 e il 26 dicembre nell’abitazione di Fanano di Gradara, una piccola frazione di poche abitazioni, con 12 coltellate, una delle quali ha raggiunto cuore e polmone, cosa che le ha provocato la morte. Cangini era apparso in aula una volta, durante la quale aveva letto una lettera per la moglie.
Tutto scritto a penna, letto in maniera composta, con le lacrime agli occhi, la voce fioca, un rosario azzurro attorno al collo. «Chiedo scusa, ho sempre amato mia moglie.
Il pentimento
E ancora: «Chiedo scusa a mia moglie e alla famiglia. Con mia moglie sono morto anche io. Mi manca molto». Cangini era geloso e convinto che la moglie avesse un’altra relazione. Quella notte è scoppiata la lite furiosa per un rapporto sessuale promesso, ma declinato. Lui aveva bevuto molto. Poi, si è messo a dormire col cadavere a terra, in camera, e una volta svegliatosi al mattino ha fatto colazione, ha preso il suo cane ed ha fatto una passeggiata. Ha iniziato a bere e ha confessato l’omicidio prima a un vicino di casa, invitandolo a chiamare i carabinieri. Poi al datore di lavoro della moglie, il suo presunto rivale in amore. Qui è scattato l’allarme che ha portato i militari a casa di Cangini.
La resa
All’arrivo a casa nella serata di Santo Stefano, l’uomo ha aperto la porta ai carabinieri e ha subito ammesso di esser stato l’autore dell’omicidio. L’80enne aveva reso due interrogatori, in cui ha confermato il delitto.