Il terribile passato
Era andata a cercare lavoro, ma di fronte ai continui “no” ai colloqui aveva approfondito la ragione di tanti dinieghi e scoperto un “mondo” del tutto parallelo. Una storia dove entra in gioco la zia e che affonda le radici nel terribile passato della 30enne. Quando era ancora bambina il padre aveva ucciso la madre e avrebbe segregato la figlia legandola a un albero sfamandola poi a pane e acqua. Una storia choc per cui il padre è finito in carcere in Moldavia mentre la piccola è stata prima affidata a un orfanotrofio e poi ai servizi sociali. La zia nel frattempo era venuta in Italia, nel Pesarese, e aveva proposto alla nipote di seguirla. La ragazzina, spaventata e straziata da tanto dolore, ne aveva accettato anche le condizioni imposte dalla parente pur di sfuggire a quell’incubo.
Prima e dopo
Secondo la querela la zia l’avrebbe pertanto costretta a fingersi malata psichiatrica, per poi farsi nominare amministratore di sostegno, percependo così la pensione di invalidità erogata dall’Inps.
I reati contestati
Oltre al reato di truffa, chiedono di procedere anche per i reati di maltrattamenti in famiglia e di riduzione o mantenimento in schiavitù. La nipote sarebbe anche stata costretta a lavori di pulizie e a far da badante dalla zia. Ci sarebbe anche un altro passaggio chiave. La zia aveva chiuso l’amministrazione di sostegno nel febbraio del 2023 dichiarando che la nipote era tornata in Moldavia. Ma la 30enne non è mai espatriata in quanto non aveva i documenti per farlo perché glieli avrebbe trattenuti la zia. La nipote nel frattempo si è spostata da Pesaro e oggi vive in Toscana. Il giudice si è riservato la decisione.