Pesaro, il dietista dei vip Porcellini
tre volte nei guai: tutti i processi

Pesaro, il dietista dei vip Porcellini tre volte nei guai: tutti i processi
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Martedì 30 Maggio 2017, 06:25
PESARO - Riflettori puntati su Guido Porcellini, 48enne medico dietista di molti sportivi finito in un triplice guaio giudiziario nei mesi scorsi. E’ una settimana delicata quella che si è appena aperta per il dottore pesarese, molto noto anche per avere una clientela piuttosto nutrita, che ieri ad Ancona aveva in agenda l’appello per il processo per concorso in spaccio di sostanze stupefacenti, che in primo grado si era concluso con la condanna a 3 anni e 8 mesi. Ieri mattina l’udienza è stata però aggiornata e rinviata agli inizi del prossimo mese di luglio.
Ma c’è un’altra udienza che attende questa mattina il professionista. Oggi per il medico che ha lavorato con sportivi famosi come Filippo Magnini e Federica Pellegrini, i fratelli del basket Vitali e molti altri sarà la volta del fronte sui maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate contro la ex moglie. In sede di istruttoria, saranno ascoltati i testimoni. «Spero che le testimonianze che saranno portate in aula potranno essere utili a dare una risposta diversa a certi fatti, che per ora hanno avuto solo un racconto di parte» considera l’avvocato di Porcellini, il legale Francesco Manetti, del foro di Ravenna.  C’è poi il terzo guaio giudiziario per il medico. Dal processo per maltrattamenti e lesioni aggravate è emersa, infine, l’inchiesta sull’ormone della crescita. Si è parlato di traffico di anabolizzanti. L’accusa era in un primo momento di spaccio di sostanze dopanti, poi è diventata ricettazione. Guido Porcellini è stato indagato e ha subito una perquisizione e un sequestro - nel gennaio 2016 - di boccette illegali contenenti l’ormone della crescita. Una sostanza proibita in Italia che il dottore ha fatto arrivare dall’estero. Dopo la conclusione delle indagini preliminari, «si voleva fare l’interrogatorio ma noi abbiamo rinunciato predisponendo una consulenza tecnica da un farmacologo per smontare l’accusa». 
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