Pesaro, diamanti bene rifugio: addio
ai risparmi per una trentina di famiglie

Pesaro, diamanti bene rifugio: addio ai risparmi per una trentina di famiglie
di Luigi Benelli
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Sabato 9 Febbraio 2019, 08:35
PESARO - Diamanti come bene rifugio, ma il caso finisce in procura con l’associazione dei consumatori che hanno querelato alcune banche per truffa aggravata. E oltre al danno una possibile beffa, perché entro la data dell’8 marzo chi ha comprato i diamanti dovrà fare un’operazione importante, altrimenti oltre al valore gonfiato quindi perso, rischia di trovarsi persino senza pietre quindi beffato due volte. A seguire il caso e in particolare una trentina di famiglie pesaresi che hanno comprato i diamanti in due filiali locali di banche, c’è Floro Bisello, avvocato e segretario nazionale Adusbef.
 
Spiga Bisello: «E’ fallita la società Idb Spa che teneva a custodia i diamanti. Un grandissimo danno a carico dei risparmi di una vita di piccoli e medi clienti. Alcune banche hanno venduto in tutta Italia e anche a Pesaro dei diamanti a ignari risparmiatori, presentandoli ingannevolmente come titoli finanziari a risparmio garantito, collegati al mercato della borsa con falsi prospetti informativi stampati su quotidiani nazionali come inserti pubblicitari e facendo intendere che era un mercato sicuro, sempre in ascesa e di facile realizzo e di facile liquidità. Le banche complici delle due società venditrici dei diamanti, con cui avevano organizzato la rete, sono state mutate dall’Antistrust per 15.000.000 di euro per comportamenti illeciti e scorretti in frode ai consumatori; le medesime hanno fatto ricorso al Tar per annullare il provvedimento ed il Tar ha dato piena ragione ai consumatori».
Il tariffario
In pratica l’avvocato Floro Bisello spiega che in base a questo tariffario i compratori venivano convinti del valore, ma omettendo di dire «che il 60% del costo se ne andava in provvigioni dell’intermediario e guadagni per la banca». Come segretario generale Adusbef Bisello insieme all’avvocato Antonio Tanza, già ai primi di agosto del 2018 ha depositato il primo atto di querela-denuncia penale per truffa e frode in commercio ai sensi del Codice Penale. Ma ora si rischia anche la beffa. «La società Idb che custodiva i diamanti degli ignari consumatori è fallita, per cui i consumatori non si ritrovano in mano neppure il diamante fisicamente. Per cui entro l’8 marzo prossimo è necessario depositare alla curatela fallimentare la richiesta di restituzione dei diamanti. Siamo pronti ad aiutare i clienti che sono in questa brutta situazione. C’è chi ha investito anche 50mila euro e si trova ora con un pugno di mosche».
Sanzioni confermate
Il Tar aveva confermato le sanzioni a banche e broker per «le informazioni ingannevoli e omissive diffuse attraverso il sito e da parte del materiale promozionale predisposto. L’Autorità ha, inoltre, accertato che gli istituti di credito, principale canale di vendita dei diamanti per entrambe le imprese, utilizzando il materiale informativo predisposto da le società di cui una fallita, proponevano l’investimento a una specifica fascia della propria clientela interessata all’acquisto dei diamanti come bene rifugio per diversificare i propri investimenti». La battaglia per i rimborsi sarà lunga, ma intanto occorre riavere almeno i diamanti in mano prima che la cassaforte si chiuda per sempre.
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