La ricognizione del Comune di Pesaro: «Riusciremo a trovare i posti nido che mancano»

L’assessore Murgia raddoppia gli sforzi ma ribadisce anche le accuse: "Mancano 2 milioni per coprire le esigenze e la Regione ci dà i voucher"

La ricognizione del Comune di Pesaro: «Riusciremo a trovare i posti nido che mancano»
La ricognizione del Comune di Pesaro: «Riusciremo a trovare i posti nido che mancano»
di Letizia Francesconi
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Sabato 10 Febbraio 2024, 01:35 - Ultimo aggiornamento: 11:29

PESARO - Asili nido e scuole dell’infanzia sono un diritto per tutti. Il Comune è pronto ad un’operazione certosina di riorganizzazione dell’offerta e dei posti per la fascia 0-6 anni ricavandone altri negli istituti comprensivi statali e nelle scuole materne non ancor sature. L’assessora all’Istruzione Camilla Murgia, presenta alcune soluzioni tampone che sono una risposta a quei fondi regionali tagliati con la delibera di giunta regionale del 27 dicembre 2023. Si allarga così il fronte della polemica verso la giunta Acquaroli: assessore, dirigenti, consiglieri comunali di maggioranza e i consiglieri regionali all’opposizione Vitri e Biancani, polemizzano e chiedono che la Regione torni a ripristinare quei fondi a beneficio dei Comuni.

I rischi

«Il rischio per ora solo paventato ma concreto – rilanciano – è un prossimo eventuale taglio su altri servizi educativi, ad iniziare dai centri estivi per i più piccoli o altri servizi destinati al sociale e alle famiglie.

E questo, ammesso e non concesso che si riescano a mantenere i servizi educativi prioritari, significa che altri servizi di cassa corrente dovranno essere ridotti». Mancano attualmente ai Servizi Educativi 180 mila euro senza i quali l’assessora Camilla Murgia e il dirigente Valter Chiani, sanno che devono fare salti mortali per dare una risposta a quelle famiglie che nel 2023 sono rimaste escluse per posti non sufficienti. Più in generale per rispondere alle esigenze di circa 200 famiglie in attesa di un posto al nido servirebbero circa 2 milioni di euro.«I nostri servizi – entra nel merito Murgia – sono già al lavoro per un piano B. Nelle nostre 13 strutture comunali non abbiamo ancora raggiunto il 100% di occupazione e spazi di manovra per creare nuovi posti, ci sono. Posti, che si possono distribuire in quasi tutti i plessi infanzia-nidi e dall’altra all’interno delle scuole statali, come il comprensivo Dante Alighieri, che al suo interno ha anche la materna e spazi idonei per creare nell’anno scolastico 2024-2025 una sezione ad hoc o servizi 0-3 anni. Se consideriamo poi che il nuovo polo in costruzione in via Rigoni servirà una platea 0-6 la fascia 0-3, potrebbe essere ampliata proprio all’interno dell’Alighieri. Un modello questo, che possiamo replicare ovunque». Iin assenza di fondi regionali venuti a mancare, diventa più complesso assicurare offerta e servizi all’infanzia. “Sarà difficile ma il Comune adotterà tutte le soluzioni alternative possibili e provvederà con propri fondi – prosegue l’assessora - non è intenzione di questa giunta statalizzare alcuna scuola ma semplicemente ottenere che la Regione riveda le proprie scelte».

Cambio di rotta

Aggiungono Vitri e Biancani: «E’ vero che a livello regionale si è passati da 1 milione e mezzo a 4 milioni destinati al comparto educativo ma queste risorse, e sta qui l’inghippo, sono state prese dal solo Fondo sociale europeo che vincola l’impiego delle quote a disposizione di Regione e Comuni ad alcune esigenze, per esempio per sostenere le famiglie nel pagamento delle rette del nido o per aumentare nelle strutture l’orario pomeridiano di apertura fino alle 18.30. Ma questi fondi non servono per assumere e pagare più educatrici, e quindi per aumentare i posti al nido. E’ come se parafrasando una storica citazione, si danno al popolo brioche al posto del pane. La Regione ritorni ora sui propri passi e ripristini quel milione e mezzo che è stato cancellato».

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