Appiccò il fuoco in una cella
del carcere di Pesaro: in isolamento

Appiccò il fuoco in una cella del carcere di Pesaro: in isolamento
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Mercoledì 4 Maggio 2016, 15:55 - Ultimo aggiornamento: 19:08
BOLOGNA - Trenta giorni in isolamento, con l'accusa di aver appiccato il fuoco in una cella del carcere di Pesaro, dove era detenuto fino a poco tempo fa. È il provvedimento penitenziario inflitto a Giulio Caria, muratore sardo di 37 anni condannato a 30 anni in appello per l'omicidio aggravato della compagna Silvia Caramazza. Il corpo della commercialista fu trovato in un congelatore nell'appartamento di Bologna dove la coppia viveva, il 25 giugno 2013.  Il provvedimento punitivo è stato impugnato da Caria, nel frattempo trasferito nel carcere di Ferrara, e il suo reclamo è stato al centro di un'udienza a Bologna, dove è stato sentito per rogatoria da un magistrato di Sorveglianza, su delega di Ancona, competente sui fatti avvenuti a Pesaro. Caria era presente e assistito dall'avvocato Savino Lupo, che ha chiesto l'accoglimento del reclamo. La decisione dei giudici arriverà nei prossimi giorni.
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