Marco De Carolis, prof e regista di musical: «Biondo e occhi azzurri, bambin Gesù per anni»

Marco De Carolis, prof e regista di musical: «Biondo e occhi azzurri, bambin Gesù per anni»
Marco De Carolis, prof e regista di musical: «Biondo e occhi azzurri, bambin Gesù per anni»
di Elisabetta Marsigli
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Domenica 18 Febbraio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 16:12

Forse era un attore già nel Dna, quando da bambino si inventava qualsiasi scusa per stare con la mamma, ma di sicuro la passione per il teatro lo ha portato ad essere uno dei punti di riferimento dei musical cittadini realizzati con gli studenti di tutte le scuole pesaresi. Lo avrete già riconosciuto, stiamo parlando di Marco De Carolis, docente di storia e filosofia al Liceo Marconi, brillante e creativo regista, capace di coordinare efficacemente gli oltre 400 studenti che ogni anno lavorano ai colossali musical che attraversano la nostra contemporaneità.

Certo da bimbo nessuno avrebbe potuto prevederlo: «Ero un bambino molto timido e… mammone», racconta Marco. «All’asilo - prosegue - mi inventavo delle pantomime assurde per fuggire e andare dalla mamma: dolorini, malattie di qualsiasi tipo, per andare a casa. La mia mamma insegnava alla Leopardi e così a volte mi portavano da lei a scuola e assistevo, buono buono, alle sue lezioni di matematica e scienze, con il benestare del preside». Ma non era semplice avere una mamma prof: «Era piuttosto severa, dovevo imparare le cose a memoria, favole comprese - ride - cosa che non sto facendo con mio figlio».


Tra piazza e mare


D’altronde «in matematica sono sempre stato bravo, ma, per un discorso di distanza, ho preso altre strade come mia sorella (di 7 anni più grande), verso materie umanistiche». Marco è cresciuto in centro storico a Pesaro, intorno a piazzale Primo Maggio: «Si viveva tra la piazzetta e il mare, tra catechismo, scout e sport. Ho frequentato il basket e il tennis, ma direi non con risultati memorabili». Marco non è molto cambiato fisicamente negli anni, ma da piccolino il suo aspetto era quasi… una condanna: «Ero biondino con gli occhi azzurri e per diversi anni ho dovuto interpretare, nei presepi viventi, il bambino Gesù nella mangiatoia. Quasi un trauma…» racconta sorridendo. «Quell’aspetto però un po’ mi aiutava, ero benvoluto da tutti, stessa cosa che succede con mio figlio, che mi assomiglia molto e ha già capito “il trucco” senza che io glielo abbia spiegato». Finito il periodo “della mangiatoia” Marco frequenta le medie al Conservatorio: «Studiavo clarinetto e quello è stato davvero uno dei periodi più belli della mia infanzia, dove è nata la passione per la musica, l’arte e il teatro.

Ma fino alla terza media non sono mai salito su un palco. Mi portavo dietro ancora quella timidezza, tanto che preferivo essere secondo clarinetto, un po’ in disparte insomma».

La folgorazione per il teatro avvenne al teatro Rossini: «Vidi Mariangela Melato in Anna dei miracoli. La mamma aveva trovato posto nella Barcaccia, ma io e la mia amica eravamo piccolini e non vedevamo niente. Ricordo che l’allora direttore Giorgio Castellani se ne accorse e ci portò in primo ordine. Ho ancora la foto con la Melato: fu lì che mi innamorai davvero di quella magia». E sul palco ci salì per sbaglio: «Fu in un campo scout: il mio amico Giovanni, che era un vero show man, mi costrinse a presentare con lui una serata a Monte Monaco. Quella serata mi sbloccò e finalmente capii come stare su un palco, come essere parte attiva. La cosa bella è che ora Giovanni insegna in Spagna e realizziamo molti progetti insieme, tra le nostre scuole».

Alle superiori, al liceo scientifico, Marco spinge molto per attivare corsi teatrali a scuola e ci riesce. Nonostante sia comparsa sul giornale una foto di lui accanto a Ligabue, a Marco piacevano i Queen, i Green Day e gli 883: «Ero capitato all’incontro con Liga come rappresentate di Istituto, ma non ero suo fan, non lo conoscevo. Mi costrinsero a fargli una domanda e la mia foto finì sul giornale».


Il primo musical


All’Università sceglie Scienze dell’Educazione e a Milano fa un Master di progettazione pedagogica nel settore giustizia: «Da qui ho iniziato ad interessarmi di tutto il campo legato alla criminalità e devianza. Questo mi ha portato a fare il concorso per giudice minorile onorario, dove ho lavorato per 12 anni, fino all’anno scorso». Non a caso il suo lavoro con gli studenti è sempre molto profondo: «Nel 2004 ho chiesto di seguire il gruppo teatrale con Roberto Caminiti e il primo musical uscì a giugno del 2005, ancora erano solo due classi del liceo. Rimase così tante gente fuori che ci permisero di replicarlo all’una di notte. Il lavoro con i ragazzi è molto importante, occorre sostituire la prevenzione con la promozione. L’idea è sempre quella di lasciare il mondo meglio di come lo abbiamo trovato». 
 

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