«Amianto nell’ex capannone, il Comune non ha fatto nulla». Il comitato incontra i residenti

«Amianto nell’ex capannone, il Comune non ha fatto nulla». Il comitato incontra i residenti
«Amianto nell’ex capannone, il Comune non ha fatto nulla». Il comitato incontra i residenti
di Simonetta Marfoglia
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Venerdì 12 Aprile 2024, 04:40 - Ultimo aggiornamento: 18:38

PESARO Da Monteciccardo alle zone artigianali di Villa Fastiggi (ex Nava) e Tombaccia fino all’area dismessa dietro l’Ipercoop, alle tubature in eternit di Corso XI Settembre e alla fabbrica abbandonata di Muraglia, il comitato Ona, l’Osservatorio nazionale amianto, prosegue nella sua azione di sensibilizzazione. E in parallelo procedono le iniziative politiche che negli ultimi tempi si sono concretizzate in una serie di interrogazioni, a firma di FdI, discusse in consiglio comunale. Nei giorni scorsi i rappresentanti di Ona si sono incontrati con i residenti di Muraglia per il vecchio capannone in disuso di via Terzi. La struttura è privata ed è abbandonata da tempo. E sono 10 anni che attende di essere bonificata. Nel 2020 la vecchia Asur, oggi Ast, aveva comunicato nuovamente al Comune ciò che già era stato segnalato nel 2014, ovvero che, per quanto riguardava il materiale campionato l’Arpam aveva evidenziato la presenza di fibre di amianto con delle lastre che non risultavano integre e compatte ma sfaldate con forte rischio di dispersione nell'ambiente circostante .

Nel dettaglio

L’Amministrazione ha emesso ordinanze che non sono state ottemperate e durante il dibattito in consiglio comunale è stato comunque ribadito da FdI come in casi urgenti il Comune possa sostituirsi ai privati per poi rivalersi. «Il fatto è - sottolineano da Ona - che in questi anni non è stato fatto nulla.

Tra l’altro la vecchia fabbrica rimane proprio vicino a una zona residenziale e a un’area sportiva: c’è un campo da calcio frequentato dai ragazzini e un campetto da basket. Dopo 10 anni l’amianto è ancora lì, nemmeno incapsulato. La situazione non può che peggiorare, basti solo pensare all’azione degli agenti atmosferici in tutti questi anni, dalla grandine alla pioggia al vento».

«Ancora - rimarca il comitato - non c’è la giusta consapevolezza e informazione, sia tra la gente che a livello istituzionale del pericolo legato alla presenza dell'amianto. Le fibre infatti, in particolare sotto forma di fibrocemento o eternit, se inalate, si possono depositare all'interno delle vie aeree e sulle cellule polmonari dove rischiano di restare per diversi anni: possono portare allo sviluppo di gravi malattie come l’asbestosi, il mesotelioma, il tumore dei polmoni, della laringe, del peritoneo, del pericardio, dell'esofago, della faringe, dello stomaco, mali che si manifestano dopo 15-40 anni dall'esposizione».

Ecco perchè, per il comitato Ona, l'unica prevenzione è la rimozione, considerato che il 27 marzo 1992 con la legge 257 l'Italia ha vietato l'utilizzo e la produzione dei manufatti in amianto. Di recente la presidente di Ona, Elisabetta Sacchi ha incontrato il prefetto Emanuela Saveria Greco e, ancora prima, il Comune.

Le prospettive

«Ma con l’Amministrazione comunale non è successo nulla - puntualizza - nè fondi a bilancio per le bonifiche nè sportelli appositi per i cittadini. Eppure il Comune gli strumenti d’intervento li ha. Mi riferisco alle ordinanze e se il privato non si adegua nei termini, è l’Amministrazione che può sostituirsi ad esso per poi rivalersi. Purtroppo, con mio rammarico, tutti gli sforzi profusi e le energie spese non hanno portato quasi a nulla di concreto. Con la prospettiva che le conseguenze di queste scelte le pagheremo noi tra 20/40 anni».

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