Urbino, ferite mortali inflitte da Igli
La ricostruzione del perito del Pm

Igli Meta autore dell'omicidio
Igli Meta autore dell'omicidio
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Venerdì 24 Giugno 2016, 14:37 - Ultimo aggiornamento: 27 Giugno, 10:39
URBINO - Marjo ha detto la verità, la ritrattazione sulle ferite che hanno portato alla morte di Ismaele Lulli fatta dal principale imputato, Igli Meta, che ha cercato di addossare le responsabilità sull'amico, non trova conferma nella consulenza del Pm.

Il dottor Mauro Pesaresi, specialista in medicina legale dell'università Politecnica delle Marche, fa chiarezza sulle ultime ore di vita del diciassettenne di Sant'Angelo in Vado, ucciso il 19 luglio 2015 per una storia di amore e gelosia tra ragazzi.

Igli Meta, 20 anni, e Marjo Mema, 21 anni, sono stati rinviati a giudizio dal Gup per omicidio volontario, pluriaggravato dalla premeditazione, dalla efferatezza e dalla crudeltà di Ismaele Lulli. Rischiano l'ergastolo nel processo che si aprirà tra nemmeno 20 giorni davanti ai giudici togati e popolari della Corte d'Assise del Tribunale di Pesaro.

La perizia del consulente del Pm Irene Lilliu rimuove l'attendibilità delle ultime rivelazioni di Igli Meta durante l'incidente probatorio del 7 giugno scorso. «Le codette - scrive Pesaresi - sono tipici segni delle lesioni originatesi dallo scorrimento di una lama; sono segni patognomonici delle ferite da taglio e sono utili per determinare la direzione in cui ha agito la lama. Possiamo affermare che nel caso specifico del delitto Lulli il colpo è stato inferto da sinistra verso destra con una lama che ha agito tangenzialmente alle strutture del collo».

Quali delle due versioni, Igli («riferisce che Marjo che si trovava di fronte a Lulli Ismaele lo abbia colpito stringendo il coltello a pugnale») o Marjo («la modalità del colpo è portato da tergo con iperestensione del capo»), è compatibile, dunque, con le lesività riscontrate?

Non ha dubbi il consulente Pesaresi: «La versione di Marjo è sicuramente compatibile con la lesività descritta in sede di esame autoptico confermando anche un dato circostanziale, quello dell'imbrattamento di sostanze ematiche dei vestiti e del corpo di Igli Meta a causa della ferita di un grande vaso come quello carotideo».
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