PESARO - Le valige sono pronte: Luigi Mengucci, a giorni, partirà per il Messico alla ricerca del figlio di 4 anni che gli è stato sottratto dalla moglie, con l’inganno, ormai più di 17 mesi fa. Diciassette mesi di martirio, per il giovane papà pesarese, trascorsi lottando contro tutto e tutti. Con due punti fermi: la forza di non mollare mai, data dall’amore che solo un genitore può provare per il proprio figlio, e la sentenza di rimpatrio immediato che il Tribunale di Tlanepantla de Baz, Stato del Messico, lo scorso 10 aprile ha disposto dopo il ricorso per revisione vinto da Mengucci.
La sentenza è provvisoriamente esecutiva ma le ricerche, effettuate dall’Interpol e dagli organi di polizia messicani, non hanno ancora prodotto risultati tangibili: il bambino, nato e cresciuto a Pesaro, e sua madre, messicana, ad oggi sono irrintracciabili, nascosti, latitanti e probabilmente protetti dalla famiglia di lei. Al caso si stanno interessando anche le Iene e la Tv nazionale messicana.
Il sindaco Matteo Ricci, che nei giorni scorsi ha preso a cuore la storia, ha scritto alla segreteria del ministro della Giustizia uscente Orlando per sollecitare una presa di posizione forte. Servizio completo nell'edizione del Corriere Adriatico in edicola.
Pesaro, bimbo sottratto in Messico
Il padre: «Parto, vado io a cercarlo»
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Lunedì 28 Maggio 2018, 06:25
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