Fano, monito del vescovo Trasarti
«Il lavoro festivo produce disvalore»

Il vescovo Armando Trasarti
Il vescovo Armando Trasarti
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Martedì 25 Aprile 2017, 11:40
FANO «Il lavoro domenicale e festivo non porta vantaggi all'economia e compromette il valore sociale della festa e le relazioni che si coltivano nel tempo libero condiviso». Oggi, festa del 25 aprile, molti negozi e tutti i grandi centri commerciali restano aperti ma contro la liberalizzazione delle aperture commerciali si leva il monito del vescovo di Fano, Armando Trasarti.

«Rispetto al lavoro festivo – ha detto monsignor Trasarti, in un recente incontro al centro diocesano di via Roma – dobbiamo mettere in campo maggiori energie perché sia limitato allo stretto necessario. In questi ultimi anni abbiamo assistito a una liberalizzazione sempre crescente degli esercizi commerciali: ampliamento degli orari di apertura, soppressione del giorno di chiusura infrasettimanale, apertura domenicale e nei giorni festivi».

«Liberalizzazioni che, come appare da studi condotti da più parti - ha continuato il vescovo di Fano -, non hanno portato l’attesa crescita dei consumi, quanto piuttosto una distribuzione temporale differente degli stessi (risultato, in fondo, abbastanza facilmente prevedibile poiché la capacità di spesa da parte delle famiglie è rimasta invariata) e una “migrazione” dei consumatori dai piccoli esercizi ai grandi centri commerciali che meglio possono ammortizzare i costi correlati».

«Appare evidente – ha aggiunto il vescovo – come, dietro questa falsa motivazione di un maggior servizio offerto ai consumatori, si nasconda il preciso obiettivo di asservire sempre più l’uomo ai suoi presunti bisogni, generandone di nuovi e rovesciando la scala delle priorità e dei valori».

Ciò detto il presule si è addentrato negli effetti sociali provocati da tale orientamento che priva il cittadino del senso della festa. «Assistiamo alla chiusura di piccole attività commerciali, soprattutto nei centri storici, che hanno contribuito con la loro presenza a tessere una rete di relazioni sociali che non può trovare eguali nella grande distribuzione e vediamo un crescente disagio nei lavoratori del commercio che si trovano con ritmi di lavoro stravolti rispetto al tradizionale impiego, con conseguente impatto negativo nella vita familiare».

La questione cruciale è quella del tempo libero. «Differenti contesti e condizioni di lavoro - ha spiegato monsignor Trasarti - pongono il singolo individuo o gruppi di individui nella circostanza di godere di tempi liberi non sincronizzati rispetto ad altri attori sociali, alla maggioranza della collettività, magari a persone della propria cerchia familiare o affettiva ristretta. Ciò comporta la conseguenza che il tempo libero diviene sempre più facilmente tempo da spendere individualmente e non invece tempo da dedicare alle relazioni sociali e alla vita comunitaria».

In ultima analisi per monsignor Trasarti è preoccupante la crescente incapacità di cogliere il senso della festa, il suo distinguersi come tempo straordinario rispetto ad un tempo fatto di consuetudini quotidiane. Tra l’altro il riposo, lo svago e il senso della domenica come festa irrinunciabile per i cristiani sono valori da preservare.
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