Fano, lavori senza fine alla pista Zengarini. E dei 200 tesserati ne restano 77, gli agonisti dirottati a Pesaro e Ancona

La convivenza con i cantieri sarebbe possibile

Fano, lavori senza fine alla Zengarini. E dei 200 tesserati ne restano 77, la convivenza con i cantieri sarebbe possibile
Fano, lavori senza fine alla Zengarini. E dei 200 tesserati ne restano 77, la convivenza con i cantieri sarebbe possibile
di Andrea Amaduzzi
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 21 Febbraio 2024, 03:30 - Ultimo aggiornamento: 12:38

FANO Non sa se gioire o disperarsi il mondo dell’atletica fanese. Giustificati entrambi i sentimenti, se si guarda da una parte ai risultati in pista e dall’altra però anche alle enormi complicazioni che stanno segnando lo svolgimento dell’attività, al punto da metterne in pericolo il proseguimento. 

L’effetto traino

A scaldare i cuori le imprese di Alice Pagliarini, che ha appena corso la finale dei 60 metri agli Assoluti indoor dopo avere conquistato il titolo italiano juniores nei 60 e nei 200, mentre anche il fratello Francesco si sta facendo onore. L’effetto traino rischia però di evaporare, se poi quel movimento che ne beneficerebbe perde consistenza. Ed è quello che sta accadendo in conseguenza dei cantieri dello “Zengarini” con cui è stato possibile convivere fino a fine anno, ma che ora impediscono ai tesserati dell’Atletica Techfem, che ha anche in gestione l’impianto, di servirsi della pista, con gli agonisti dirottati verso Pesaro e Ancona e parecchie nuove leve deviate verso altri sport. La condizione di precarietà senza termine di scadenza, sovrapposta alle incertezze di settembre, quando non era stato possibile conoscere con esattezza e tempestività la data di avvio lavori e l’impatto sulla disponibilità della struttura, ha fatto sì che «dei più di 200 tesserati che contavamo fino all’anno scorso ne siano rimasti 77» lamenta il presidente Alfredo Delia, che vede così mortificato il piano di rilancio intrapreso nel 2018.

Questo il dato più avvilente ma ce n’è un altro che oscura persino di più l’orizzonte. Tra quote mancanti e costi aggiuntivi per andare ad allenarsi altrove «la perdita è intorno ai 30.000 euro. Su queste basi difficile andare avanti, anche perché rischiamo ora di perdere pure gli istruttori che, sempre a nostre spese, avevamo formato». A generare insofferenza è in primo luogo la visione dello stato dei cantieri, che sembrerebbe non interferire con le attività in pista e che potrebbe magari favorire una soluzione di compromesso diversa dal pistino laterale, ritenuto insufficiente. Circoscritto all’area della tribuna quello relativo ad efficientamento energetico e ripristino dell’agibilità dell’infrastruttura, mentre sul lato opposto, dove dovrebbe sorgere il tunnel, si resta fermi ai carotaggi della bonifica bellica.

L’ordinanza

Ancora nessun indizio, infine, sulla ripavimentazione della pista, che è peraltro operazione da eseguire preferibilmente con il caldo. «Ciò nonostante siamo stati sbattuti fuori con un’ordinanza dell’Ufficio Sport dai toni minacciosi, per giunta a ridosso di competizioni importanti» eccepisce ancora Delia, che resta in attesa di risposta a mail e messaggi. «In compenso - fa amaramente notare - la Tari da pagare è arrivata puntualmente».

© RIPRODUZIONE RISERVATA