Fermignano, rapina in villa, è caccia
al basista: «Sapevano come muoversi»

FERMIGNANO - La rapina a mano armata nell’isolata villa di Ca’ Gian Filippo segnala un salto di qualità dell’offensiva criminale nel territorio. Dai furti in abitazione, anche ripetuti, fino a questa rapina organizzata come un’azione militare e maniere spietate. Come quella di agguantare più volte le donne presenti, senza i mariti, per i capelli. Ingente il bottino (sui 30mila euro), crescente la paura. Il sindaco Emanuele Feduzi è salito ieri mattina a Cà Gian Filippo, nell’azienda attigua alla grande abitazione in cui fratelli Massimo e Lorenzo Rossi vivono con le rispettive mogli e figlie (la terza parte della casa è della sorella Annalisa Rossi, moglie del virologo Burioni, residenti a Milano).

«Si crede – fanno notare gli inquirenti - che non sia un caso che l’assalto sia avvenuto quando i capifamiglia non c’erano. Le indagini si orientano a individuare il basista o i basisti, ossia da quali complicità nel territorio la banda dell’Est abbia avuto informazioni utili per colpire. Un elemento che conferma questa tesi è che in entrambe le ville i rapinatori siano entrati con le chiavi. In un caso l’hanno prese da una finestra al piano terra, dove venivano tenute per abitudine, forando la serranda. Nell’altro caso dall’auto di un familiare, parcheggiata davanti. Come se fossero andati a colpo sicuro. Il primo riscontro negativo su possibili basisti è che nell’azienda di famiglia non ci sono dipendenti di etnie dell’est». Sconvolta tutta la famiglia: «Hanno strattonato una bambina per i capelli – ha dichiarato uno zio –. Quando sono arrivato piangevano tutti. Una cosa che le mie nipoti si porteranno dietro per lungo tempo». Oltre ai soldi e ai gioielli hanno preso anche abiti e borse griffate. I rapinatori, usando i guanti, hanno lasciato pochissime tracce anche sull’Audi usata per la fuga e abbandonata.