Fano, ristoratrice aggedita dal vicino
«Ora basta, sto vivendo nella paura»

Il commissariato di Fano
Il commissariato di Fano
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Mercoledì 26 Aprile 2017, 11:26

FANO - E’ preoccupata ma nonostante le pesanti minacce ricevute non demorde Roberta Bruscolini, titolare del ristorante di pesce e pizzeria “Amo e lievito” situato in via Giorgi, vittima di un fanese che stava per colpirla domenica sera con una bottiglia di vetro. La ristoratrice 49enne è infatti decisa a costituirsi parte civile nel processo che si terrà il 30 maggio contro il 41enne che vive proprio sopra il suo locale. «Non lo faccio per denaro – spiega – ma perché vive nell’appartamento sopra il mio ristorante e condiziona la mia vita: vengo al lavoro con la preoccupazione per le minacce ricevute, mentre lo arrestavano è arrivato persino a dirmi “Non ho niente da perdere, ve la farò pagare”. D’altra parte però non posso evitare di venire al lavoro, ho investito una cifra consistente in questa attività per andare avanti. Però ho molta paura, ora è libero di tornare a casa e potrebbe ripetere quelle aggressioni già attuate altre volte». Il 41enne è stato arrestato con le accuse di resistenza, violenza, minacce ed oltraggio a pubblico ufficiale, ma rilasciato in attesa di processo. Il locale è aperto dal giugno 2015 e qualche mese dopo l’uomo si è trasferito al piano superiore; in tutto questo tempo i rapporti tra vicini sono stati tesi, la titolare ha subìto continue aggressioni, sia verbali che alcune fisiche, dalle quali l’hanno protetta le forze dell’ordine o il figlio, che per un pugno ha ricevuto sei giorni di prognosi in ospedale. «Da quando è arrivato ci ha sempre minacciato, ma noi non abbiamo mai reagito, anzi ci siamo chiusi dentro il locale aspettando che se ne andasse – racconta – non mi risulta che ci abbia mai denunciato, anzi da quanto ne so è conosciuto alle forze dell’ordine che più volte hanno avuto a che fare con lui per altre liti». 
Il 41enne infatti sarebbe stato al centro di un altro episodio di cronaca, avvenuto qualche mese fa sempre in via Giorgi, dove era stato ritrovato del sangue a terra. L’uomo era finito al pronto soccorso, raccontando inizialmente di essere stato aggredito e poi aveva ritrattato la sua versione. «Ringrazio la polizia ed i carabinieri che sono sempre intervenuti per aiutarmi – conclude Bruscolini – da parte mia non demordo e continuerò a denunciare, già siamo a sei denunce. Il mio appello però va al giudice che dovrà decidere al processo, affinché con il suo pronunciamento arrivi a garantire l’incolumità dei cittadini. Non possiamo rischiare che ci capiti qualcosa di molto grave».

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