Disturbi alimentari, allarme a Galantara. Bimbi tagliati fuori dalle cure del centro. Mattioli: «Famiglie costrette a portare i figli al Salesi di Ancona»

Disturbi alimentari, allarme a Galantara
Disturbi alimentari, allarme a Galantara
di Miléna Bonaparte
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Giovedì 8 Febbraio 2024, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 10:01

PESARO Anoressia, bulimia, obesità infantile, fame incontrollata e binge eating disorder. Una lotta quotidiana con il cibo. Sono sempre di più i bambini, molti gli adolescenti e tante le giovani donne che soffrono di queste disfunzioni.

«Abbiamo prestato ascolto al grido disperato delle famiglie, scese anche in piazza, che lamentano la precarietà dell’unità operativa per i Disturbi del comportamento alimentare dell'Ast che ha sede a Trebbiantico, nella residenza Galantara.  L’unico punto di riferimento nel territorio che, seppur con un servizio decisamente migliorato rispetto ai mesi passati grazie all’assunzione di una nuova psichiatra e altre figure specializzate, non garantisce la presa in carico dei pazienti minorenni, i cui genitori sono costretti a rivolgersi all'ospedale Salesi di Ancona». A rilanciare l’allarme per i disagi legati ai Dca è Anna Maria Mattioli, capogruppo Pd, che in rappresentanza della maggioranza ha presentato una mozione urgente nella quale chiede la riattivazione dei contributi per il contrasto dei Disturbi del comportamento alimentare.

«Il consiglio comunale - spiega la promotrice del documento - sarà presto chiamato a votare un atto di valore politico e sociale che impegna il sindaco e la giunta ad esprimersi nei confronti del Governo e della Regione affinché provvedano, nel più breve tempo possibile, al ripristino totale del fondo per la cura dei Disturbi del comportamento alimentare, tagliato nell'ultima legge Finanziaria e solo in parte reintegrato dal ministro della Sanità Schillaci». Un tema di primo piano, sono coinvolte numerose famiglie del distretto e il disagio si sta via via allargando specie tra i bambini. «La mozione, presentata da tutti i capigruppo di maggioranza - aggiunge Mattioli - chiede anche l’inserimento dei Dca nei Lea, i Livelli essenziali di assistenza, in modo che la cura dei pazienti in carico al Servizio sanitario nazionale diventi strutturale, permanente, e siano erogabili anche prestazioni gratuite».

Livello nazionale

L’allarme è a livello nazionale, sono appena 126 i centri dedicati ai Dca, con 1 milione e 450 mila giovani affetti da questi disturbi, con almeno 4.000 decessi all’anno.

Un’epidemia silenziosa che non può essere arginata con lo stanziamento di appena 10 milioni, quando ne sarebbero necessari 25. La conseguenza è che solo chi può permettersi le cure private avrà l’opportunità di guarire, mentre tutti gli altri proseguiranno a combattere.

«I percorsi medici contro la malattia sono complessi, servono lunghi anni di terapia da parte degli specialisti - fa notare Mattioli -. Con profonda gratitudine mi rivolgo ai componenti dell’Unità operativa di Galantara per il lavoro e la professionalità che dimostrano ogni giorno, ma auspico che, anche grazie ai fondi governativi che con questa mozione sollecitiamo, si possa arrivare a una stabilizzazione e assunzione di personale medico a tempo indeterminato, per dare continuità al servizio rivolto ai giovani pazienti. È un nostro dovere sociale».

La mozione del centrosinistra è un esempio di «buona politica perché, quando c’è in gioco il diritto alla salute dei più fragili e delle nuove generazioni, tutte le istituzioni devono attivarsi per garantirlo. Un bene troppo prezioso, se lo lasciassimo distruggere dalle diseguaglianze perderemmo il senso di comunità. Il ripristino del fondo e l'inserimento dei Dca nei Livelli essenziali di assistenza rappresentano un’urgenza, così come l’avviamento dell'Assistenza psicologica di base, già sollecitato in un'altra mozione del Pd approvata in consiglio comunale».

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