Pesaro, corsa a ripulire la spiaggia mangiata dalla tempesta perfetta. I bagnini: «Più fondi o meno ombrelloni»

Pesaro, corsa a ripulire la spiaggia mangiata dal maltempo. I bagnini: "Più fondi o meno ombrelloni"
Pesaro, corsa a ripulire la spiaggia mangiata dal maltempo. I bagnini: "Più fondi o meno ombrelloni"
di Letizia Francesconi
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Lunedì 22 Maggio 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 23 Maggio, 07:17

 PESARO «Mai visto nulla del genere sulle nostre spiagge, una tempesta perfetta con la mareggiata più forte di sempre». A dirlo sono i gestori degli stabilimenti balneari a cui si affiancano le associazioni di categoria. Martedì scorso dopo la grande pioggia le spiagge da Baia Flaminia a Sottomonte erano una distesa di detriti, tronchi, legname e rifiuti, con in più metri e metri di arenile mangiato.

Ieri mattina, domenica di tarda primavera con il ritorno di un pallido sole, l’effetto era straniante: le spiagge si stanno ripulendo in fretta con i legni accatastati in attesa di essere rimossi, un po’ di ombrelloni piantati e tante file ancora da completare, qualche sparutissimo bagnante coraggioso che provava a sfilarsi pantaloni e maglietta perchè comunque è il 21 maggio. 


In ritardo


Ma quest’anno la stagione per colpa del maltempo è in ritardissimo e ora si dovrà correre per recuperare il tempo perduto. Le stesse ruspe per i ripascimenti sono arrivate da due settimane ma da giorni stazionano ferme all’altezza del Genica. Intanto Confartigianato imprese demaniali e Cna balneari scrivono al Comune per chiedere con urgenza altre risorse che possano rimpinguare la quota destinata ai ripascimenti sulle spiagge. Una situazione da prendere di petto, dopo la mareggiata del 16 maggio ha cancellato anche i primi ripascimenti iniziati a Sottomonte. Basta scorrere le foto dell’erosione che i referenti delle associazioni, Andrea Giuliani e Antonio Bianchini, hanno allegato alla missiva, per rendersi conto che questa volta il problema è serio.

«Le foto che documentano i danni dell’esondazione lungo gli stabilimenti alla foce del Genica, nel tratto terminale di Levante – entra nel merito Andrea Giuliani – lasciano ben poco spazio all’immaginazione. Gli operatori ormai da giorni sono al lavoro e ognuno si sta attivando con i propri mezzi e ruspe mentre Marche Multiservizi è intervenuta da subito in aiuto per portare via i cumuli di detriti. Stiamo parlando, a sentire Paolo Sorace, presidente del Consorzio dei bagnini di Levante, di un’erosione forse la più forte, e di certo una mareggiata peggiore del 23 gennaio.

In alcuni tratti di arenile il lavoro dei ripascimenti appena iniziato è andato perso e in altri la sabbia doveva ancora arrivare. Mai come ora serve l’aiuto degli enti, Comune e Regione». Numeri alla mano nella missiva le associazioni e gli operatori insieme chiedono almeno 80mila euro di risorse comunali integrative.

Cercansi fondi

«Fondi che il Comune – chiosa Giuliani – deve impegnarsi a garantire. A rischio non ci sono solo le fila di ombrelloni ma la tenuta stessa del litorale. Ora che l’Amministrazione ha incamerato risorse dalle alienazioni immobiliari destini parte dei fondi ai ripascimenti, integrando i 30mila euro già deliberati in aprile. Sommando il tutto ai 119mila euro stanziati dalla Regione, potremo garantire la giusta quantità di sabbia».

A Levante la ferita che il Genica ha lasciato è ancora fresca. A Sottomonte o a Ponente la situazione però non va meglio. «Confidiamo nella sabbia che dovrà portarci la tornata di ripascimenti, che non erano ancora partiti in questa zona – commenta il gestore di bagni Gino numero 15 a Ponente, vicino al porto – parlare di una mareggiata come tante è dire poco, perché la forza del mare è stata tale che si è alzato arrivando a 15-20 metri in profondità della concessione, cosa che a maggio non accade mai. L’onda d’urto dell’alluvione ha abbassato di 30 centimetri la battigia anche in questo tratto di arenile, pur non essendo fra gli stabilimenti più colpiti». Bagni Gino 34 e bagni Ciro sono gli stabilimenti fotografati, le cui istantanee sono già sul tavolo di assessori e tecnici comunali.


La scaletta


«Comune da una parte e Regione dall’altra, perché il tratto terminale del Genica è anche di sua competenza, non possono tirarsi indietro – rimarca il gestore Marco Montesi – c’è ancora un dislivello di circa 60 centimetri di sabbia erosa verso il camminamento al centro della concessione. Ripascimenti che chiediamo siano adeguati all’emergenza. Non è possibile lavorare a fronte di 8 file di ombrelloni che già erano state piantate con sole due file rimaste salve». Nell’altro stabilimento vicino alla foce, dove è arrivata forte la piena, a bagni Ciro il dislivello arriva fino ad un metro. Lucio di bagni Lucio a Ponente, è in difficoltà nel ripensare la sua spiaggia: «Una tempesta che ha messo in crisi tutti i balneari indistintamente, ci troviamo a fare i conti con un terzo di spiaggia che oggi non c’è. Anche a Ponente nonostante alcuni interventi fatti negli ultimi due-tre anni c’è ancora tanto da fare contro l’erosione, e sembra siamo tornati indietro ai problemi delle spiagge degli anni ‘90».
 

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