PESARO Il mazzo di fiori recapitato in ospedale dopo il divieto di avvicinamento. Ieri sentenza per un imprenditore edile di 51 anni accusato di atti persecutori nei confronti della ex, una infermiera di 50 anni. I fatti risalgono al 2020, quando la vittima decide di mettere fine alla storia con l’imprenditore dopo due anni. Ma il 51enne era convinto che ci sia ancora del margine per recuperare e che la storia non fosse finita.
Così iniziò a inviare messaggi a raffica alla ex sui social. Lei non aveva gradito e il questore aveva ammonito l’uomo. Ma non era bastato a farlo desistere. Così avrebbe inviato altri messaggi come insulti, minacce gravi, messaggi vocali su whatsApp e Telegram, pedinamenti e scenate di gelosia. Una escalation di comportamenti che avrebbero procurato alla donna uno stato d’ansia e di costante timore per la propria incolumità, per quella del di lei figlio e delle persone a lei vicine.
La difesa
La difesa, rappresentata dall’avvocato Enrico Andreoni, ha negato gli atti persecutori, perché l’imputato era convinto che la storia non fosse del tutto chiusa. Così ha chiesto la riqualificazione del reato. Il giudice ha condannato l’uomo a 2 mesi con la riqualificazione del reato da stalking a molestie. Il pm aveva chiesto 8 mesi. Per la parte civile 1000 euro di risarcimento.