Cane ucciso a Pesaro, il cacciatore si sente diffamato e porta l'assessore Belloni in Tribunale

Cane ucciso a Pesaro, il cacciatore si sente diffamato e porta l'assessore Belloni in Tribunale
Cane ucciso a Pesaro, il cacciatore si sente diffamato e porta l'assessore Belloni in Tribunale
di Luigi Benelli
3 Minuti di Lettura
Martedì 12 Settembre 2023, 04:50 - Ultimo aggiornamento: 13 Settembre, 07:25
PESARO Cacciatore uccise un pitbull e si scatenò un processo virtuale su Facebook. Ieri a processo la deposizione dell’assessore Enzo Belloni, accusato di diffamazione assieme ad altre sei persone. Il caso risale al dicembre del 2020 quando Zoe, un pitbull di un anno, fu ucciso con due colpi di fucile in testa. Il cacciatore raccontò di essere a caccia con tre amici e tre cani, due springer e un pincher. E di aver subito l’attacco del pitbull (10 giorni di prognosi per le ferite alla mano). Un altro cacciatore aveva sparato un colpo in aria per spaventarlo, ma il cane aveva puntato alla gola dello springer. Di qui lo sparo al pitbull e la denuncia ai carabinieri. Un caso però rimbalzato sui social, con una serie di commenti, tra cui quelli dei proprietari del cane. Il cacciatore è finito poi a processo per aver ucciso il pitbull, ma la sua posizione è stata archiviata. 


I commenti


Ma i commenti sui social hanno portato a giudizio per diffamazione sette persone, udienza ancora in piedi. Tra queste l’assessore Enzo Belloni, che scrisse su Facebook: «Uomo di merda, c’è ancora chi giustifica simili monnezze». In precedenza una signora ha risarcito la vittima degli insulti con 700 euro e ha chiuso il conto con la giustizia. Altri quattro hanno preferito il rito abbreviato per ottenere in caso di condanna lo sconto di pena. Gli altri sei hanno scritto frasi come «figlio di p…», «essere immondo».

E ancora: «Assassino, l’uomo peggiore che esista», «verme pezzente». Ieri Belloni, difeso dall’avvocato Gherardo Saragoni Lunghi, ha spiegato in aula: «Ho commentato e criticato il comportamento, con una terminologia spinta. Ero sul divano di casa assieme a mio figlio e al nostro cane. E’ stato un momento emotivo. Il commento era riferito ai fatti narrati nell’articolo rimbalzato sui social. Non c’erano i nomi dei protagonisti né i fatti completi. Non so se ho urtato la sensibilità di qualcuno o dei cacciatori». L’avvocato di parte civile Roberto Brunelli ha fatto notare che la critica era alla persona non al comportamento in un contesto di una «campagna d’odio social» e ha chiesto se l’assessore avesse compiuto accertamenti sui fatti. «No, ho semplicemente commentato il gesto, un momento di ira. Ho sbagliato ma mi sento preso di mira rispetto a centinaia di commenti molto più gravi del mio». 


Le frasi contestate


Sei degli imputati sono accusati anche di minacce, ma non l’assessore Belloni. Le frasi contestate sono: «La pagherà, si pentirà del giorno che ha deciso di fare il cacciatore». E ancora: «Spero gli succeda qualcosa già stanotte», fino a: «Spero che un cancro ti devasti, devi morire di una morte lenta e dolorosa. Spero che tu da solo metta fine alla tua vita squallida e inutile». «L’odio profondo di tutti ti raggiungerà». Commenti che hanno portato il cacciatore a sporgere querela, tutelato in sede civile dall’avvocato Roberto Brunelli e Cinzia Fenici che hanno chiesto 20mila euro di risarcimento. 
 

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