Biodigestore, crepa nella maggioranza di Ricci: «Sbagliato il progetto biodigestore. Ora meno rifiuti e compostaggio di comunità»

Il rendering del biodigestore progettato da Green Factory per Talacchio di Vallefoglia
Il rendering del biodigestore progettato da Green Factory per Talacchio di Vallefoglia
di Lorenzo Furlani
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Mercoledì 11 Maggio 2022, 06:10

PESARO - Una revisione significativa della politica ambientale, che deve essere elaborata e governata perché non sia determinata di fatto dalla strategia di business di un’azienda dei servizi. Secondo Europa Verde, che fa parte della maggioranza politica del sindaco Matteo Ricci, l’amministrazione comunale dovrebbe esprimere la propria contrarietà alla realizzazione del biodigestore di Talacchio di Vallefoglia, per una serie di criticità dimensionali, funzionali e ambientali dell’impianto.

Un progetto da sostituire con soluzioni tecniche di ridotto impatto per il compostaggio di comunità dei rifiuti organici volto a produrre concime di qualità per l’agricoltura. Non solo. Per Europa Verde si deve avviare una politica mai praticata finora per ridurre la produzione dei rifiuti, con un’adeguata sensibilizzazione dei cittadini e prassi virtuose contro gli sprechi, in particolare quelli alimentari. 

I temi veicolati nel governo
È questo l’articolato contenuto di una mozione presentata in consiglio comunale dal gruppo di Europa Verde, che contiene il valore aggiunto di veicolare all’interno del centrosinistra di governo temi trattati da comitati cittadini, movimenti ambientalisti e una parte dell’opposizione politica e finora rimbalzati sulle istituzioni locali come su un muro di gomma.

La mozione reca la firma di Maria Rosa Conti, presidente della commissione comunale ambiente, e Carlo Rossi ed è frutto dell’elaborazione dell’esecutivo provinciale di Europa Verde, un partito che sostiene di voler caratterizzare la sua azione con un approccio di ecologia integrale per politiche di sostenibilità ambientale, sociale ed economica.

Due forzature
Due sono le forzature individuate nel progetto del digestore anaerobico da 105mila tonnellate di rifiuti all’anno, circa il doppio della produzione della provincia, rispetto alla corretta gestione ambientale dettata dalle direttive europee: la produzione di energia (il metano) che nella gerarchia del trattamento dei rifiuti è subordinata al recupero di materia (il compost per l’agricoltura) con alti costi e una sostanziale ininfluenza sulla crisi energetica e la provenienza dei rifiuti anche da altri territori in violazione del criterio di prossimità volto a contenere l’impatto ambientale dei trasporti e a responsabilizzare la comunità che produce i rifiuti.

L’alternativa sostenibile sono l’autocompostaggio domestico e il compostaggio di comunità della frazione organica dei rifiuti urbani, promosso anche da una legge regionale del 2020, tramite piccoli impianti aerobici meno costosi che producono concime pressoché a chilometri zero, «capaci di creare maggiore occupazione e che possono quindi nel tempo - evidenzia Europa Verde - permettere una riduzione delle tariffe».

L’analisi individua negli incentivi pubblici per il metano prodotto con i rifiuti un vantaggio per il gestore ma non per la comunità.

L’impegno per il sindaco
La mozione impegna il sindaco e la giunta ad avviare un confronto con tutti i comuni soci di Marche Multiservizi e a chiedere all’azienda di promuovere l’autocompostaggio e il compostaggio di comunità con una nuova gestione dei rifiuti estesa a tutta la provincia.

«La linea di un grande sì»
«Questa non è la politica del no - afferma Maurizio Franca, dell’esecutivo provinciale di Europa Verde, rispetto alla contrarietà al progetto del biodigestore di Green Factory a Talacchio di Vallefoglia -. La mozione intende sostenere un grande sì: sì all’apertura di un confronto con tutti i comuni della provincia sul tema dei rifiuti perché, ad esempio sulla gestione di quello che comunemente chiamiamo umido, riteniamo che esistano soluzioni alternative con un minore impatto ambientale e un costo inferiore, in grado di produrre maggiore occupazione. Soluzioni che possono quindi nel tempo permettere una riduzione addirittura delle tariffe».

«Una relazione tecnica - aggiunge Franca -, depositata all’interno della procedura autorizzativa in corso in Provincia, quantifica il costo della gestione dell’umido tramite biodigestore pari a circa 3 volte quello di tanti piccoli impianti aerobici di comunità».

La crisi energetica
Non regge neppure l’interesse a produrre metano per l’attuale crisi energetica. «Dobbiamo pensare - rileva Franca - che servirebbero circa 400 impianti come quello proposto per Talacchio per riuscire a coprire l’1% del nostro attuale consumo di metano, vorrebbe dire mediamente costruire 4 impianti come quello in ogni provincia. E se non basta dobbiamo pensare che quell’impianto per produrre quella quantità di metano deve lavorare a pieno regime con il doppio dell’attuale produzione di rifiuti della nostra provincia».

Il sindaco Ricci, quindi, è invitato da Europa Verde a cambiare politica. «Se la mozione non passerà - precisa Franca - avvieremo una serie di iniziative per informare l’intera comunità dell’inadeguatezza della scelta del biodigestore nei termini proposti, auspicando che questo possa determinare, per quanto in tempo, un ripensamento».

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