San Bartolo, tante sfide per lo sviluppo Ma l'ente ora non fa più investimenti

3 Minuti di Lettura
Mercoledì 5 Ottobre 2016, 05:00
IL PROGRAMMA/1PESARO Parco San Bartolo tra passato, presente e futuro. Matteo Ricci dal 2014, anno del suo insediamento come sindaco, a oggi ripete spesso come fosse un mantra: «L'area e i territori del parco sono stati negli anni troppo poco valorizzati e veicolati. Il parco è stato promosso fino ad oggi solo al 30 per cento delle sue reali potenzialità». Partendo da questo concetto, che può essere inteso come cerniera fra il prima e il dopo, oggi l'ente Parco naturale del monte San Bartolo è pronto a intercettare nuove sfide: dal turismo alle eccellenze, dalla salvaguardia dei centri abitati con la loro valorizzazione, fino all'aspetto naturalistico, ambientale e culturale.
La svolta attesa
Il San Bartolo non è un parco convenzionale, sostiene l'attuale presidente dell'ente Davide Manenti. Fu costituito nel 1994 su una superficie di circa 1.600 ettari lungo l'area costiera compresa tra i Comuni di Pesaro e Gabicce Mare. Negli ultimi anni si è trovato però a fare i conti con tagli a più livelli, in primis dalla Regione. Oggi e guardando al 2017 per la prima volta dopo venti anni, si parla forse di un cambio di passo. Novità per una corretta gestione del parco, è il contributo che potrebbero dare anche i singoli Comuni. Il presidente dell'ente fa partire il messaggio rivolto ai primi cittadini dei Comuni che sono parte del Parco. Il messaggio è soprattutto indirizzato al Comune di Pesaro e al sindaco Ricci: «Credo che oggi, dopo venti anni, sia finalmente arrivato il momento che i comuni stessi, in base alle proprie disponibilità e possibilità, contribuiscano attivamente. Il San Bartolo è patrimonio collettivo e servono risorse per mantenerlo, risorse che non arrivano più come anni fa. Ad oggi va ricordato che le uniche disponibilità economiche di cui può beneficiare sono quelle stanziate dalla Regione. E' in virtù di questo che mi aspetto un cambio di marcia, ma che deve partire ora. L'appello è rivolto ai comuni di Pesaro e Gabicce e ancor più se diventeremo Unione di comuni a otto, affinché facciano uno sforzo per la valorizzazione puntando agli investimenti».
La valorizzazione di campi e borghi
Il futuro del Parco passa oggi per le risorse europee e per i bandi, cui il Comune di Pesaro ha già partecipato. Non solo, passa anche per la valorizzazione storica e turistica dei borghi, ad iniziare da Fiorenzuola tramite un programma europeo per la costa per poi passare alla nascita di un nuovo brand, un marchio che identifichi vigneti e vini dell'area Parco fino ad arrivare alla cultura, con l'opera di musealizzazione dell'area archeologica di Colombarone. Non vanno poi dimenticati i progetti in corso per la difesa della falesia e contro il dissesto idrogeologico.
I conti non tornano
Il quadro economico dell'ente: andando a ritroso per comprendere l'attuale situazione, dal 2009 fino al 2014, la Regione erogava all'ente Parco in media dai 210 ai 250 mila euro l'anno per le spese correnti mentre 120-130 mila euro erano dedicati agli investimenti. Negli ultimi due anni invece la Regione ha tagliato a tutti i parchi, San Bartolo compreso, i contributi per gli investimenti. Un taglio netto, salvaguardando solo la parte del bilancio dedicata alla spesa corrente. Le uniche risorse concesse al Parco sia sotto la presidenza precedente di Balducci che in quest'ultima sono state dedicate a personale e utenze per la sola sopravvivenza. Gli ultimi due anni 2014 e 2015, sono stati i più difficili per l'ente Parco in genere, basti pensare che nell'ultimo anno della gestione Balducci, la situazione aveva indotto lo stesso presidente di allora a tagliarsi l'indennità. Nel 2015 l'ente ha ottenuto dalla Regione 180 mila euro, per il 2016 invece sono stati stanziati 190 mila euro per l'esercizio, ma nessuna risorsa è stata programmata per gli investimenti. Le sfide aperte: con un piede nel futuro, grazie alla Convenzione con Federparchi e l'ufficio sviluppo del Comune di Pesaro c'è l'obiettivo di intercettare risorse comunitarie e nazionali.