«Riporteremo il Barbiere Il regalo del Rof a Pesaro»

3 Minuti di Lettura
Martedì 22 Agosto 2017, 05:00
IL PROGETTO
PESARO Si chiude questa sera al 38esima edizione del Rossini Opera Festival che, anche quest'anno ha riscosso un enorme successo, sia dal punto di vista artistico che di pubblico, con il concerto finale dedicato allo Stabat Mater, partitura tra le più amate del repertorio rossiniano che vede esaurito in ogni ordine di posti il Teatro Rossini, come lo è stato per il Torvaldo e Dorliska e anche per le repliche de La pietra del paragone e le Le siège de Corynthe che si sono svolte all'Adriatic Arena.
I raffronti con il 2016 e il 2015
Qualche posto vuoto durante le due prime all'arena, ma questa edizione, pur se non nel record dello scorso anno, può considerarsi soddisfacente con addirittura pubblico in aumento rispetto al 2015: «Ci sono da considerare diversi fattori, spiega il sovrintendente Gianfranco Mariotti il primo che i numeri dell'anno scorso si riferiscono a due opere a teatro e una sola all'arena; secondo, che gli spazi vuoti delle due prime all'arena, nascono dal fatto che spesso le prime vengono prenotate in terna (ovvero la scelta di vederle tutte e 3 di fila) ed essendo il teatro Rossini già pieno, in diversi hanno preferito slittare sulle successive. In ogni caso, l'effetto finale è stato uno dei migliori della nostra storia, inferiore solo all'anno scorso che, però, aveva in programma anche il concerto di Juan Diego Florez». «Se le prime fossero state al Rossini avremmo avuto un sold-out assoluto, - afferma anche il direttore artistico Ernesto Palacio ma avremmo lasciato senza biglietto più di mille persone e sarebbe stato anche un danno economico. Occorre sempre avere anche uno spazio dove poter ospitare grandi produzioni: sia Le siegè che la Pietra erano impossibili da ospitare a teatro».
Successo artistico
Un successo artistico annunciato anche per le tre produzioni che, benché diversissime tra loro, hanno approfondito la conoscenza delle mille sfaccettature di Rossini: «I nostri spettacoli maggiori hanno sempre avuto una quota di spettatori che contestava le messe in scena: - prosegue Mariotti - come risultati artistici, abbiamo ottenuto un entusiasmo unanime, come raramente accade, anche se siamo abituati alla discussione degli spettacoli problematici e la riteniamo addirittura positiva. Quest'anno abbiamo avuto tre modi diversi di esprimere una ricerca di un linguaggio che parli allo spettatore contemporaneo». Il Rof abbraccia sempre di più la città e conta di riportare in centro almeno due delle opere in programma: «Attendiamo la messa a punto del nuovo Auditorium al vecchio palazzetto di viale dei Partigiani, nel frattempo saremo costretti a programmare di nuovo due opere all'Adriatic anche per il prossimo anno chiosa Mariotti - Per il resto sì, nonostante la nostra autonomia e indipendenza, in segno di adesione alle celebrazioni del Comune, invece di fare la ripresa del Sigismondo facciamo la ripresa del Barbiere in segno di festa, per un idillio che funziona e continua a funzionare».
Le celebrazioni
«Anche se, di solito, diamo priorità a titoli meno conosciuti conferma Palacio riportare il Barbiere è un regalo alla città, ma anche a noi. Non è stato tecnicamente possibile riallestire l'opera di Ronconi, per problemi tecnici di sicurezza, ma l'idea di fare debuttare Pizzi con il Barbiere, ci è piaciuta molto. Anche il concerto finale del prossimo anno, con la Petite Messe Solennelle ci sembrava adatto per le celebrazioni della città». Se il Rof abbraccia la città, anche la città ricambia l'abbraccio con una serie di iniziative create e supportate sia dentro che fuori dal programma: «Il Rof non è mai stato solo le 3 opere in programma, ma un punto di riferimento, con concerti, incontri e manifestazioni che lo fanno essere da sempre un vero Festival, sia per il pubblico che si muove da tutto il mondo tra studiosi, musicisti e appassionati, che, non ultimo, per il pubblico pesarese. afferma il vicesindaco e assessore alla Bellezza Daniele Vimini - Ci sono decine di occasioni da cogliere: dal Rossinimania, agli avvicinamenti all'opera con la Fondazione, al coinvolgimento dei più piccoli con il viaggetto a Reims. La città abbraccia il Rof, grazie anche alla mostra Amati Bacciardi, che potrà essere esportata in tutto il mondo già da fine ottobre, quando potrebbe accompagnare la tournée in Oman insieme ai progetti rossiniani come quello di Rossini gourmet».
L'intuizione
«Anche l'intuizione dei concerti sul balcone - conclude - da un'idea del maestro Mencoboni, con Comune, Amat e Sistema Museo, è diventato un elemento riconosciuto che premia anche la creatività dei cantanti dell'Accademia e per il quale dobbiamo ringraziare per sempre il maestro Zedda per l'apertura e il sovrintendente per averlo inserito nel programma».
Elisabetta Marsigli
© RIPRODUZIONE RISERVATA