Il rischio c'è ma non si vede Amianto, piccoli passi avanti

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Martedì 11 Aprile 2017, 05:00
LA VIGILANZA/1
PESARO Il rischio c'è ma spesso non si vede. L'amianto, minerale naturale, fibroso e termoisolante, ormai da 25 anni con la legge del 1992 è stato bandito da qualunque uso, per le gravi conseguenze che comporta sulla salute. Gli edifici produttivi, le civili abitazioni, i locali sia ad uso pubblico che privato, devono costantemente tenere sotto controllo i materiali con amianto se ancora presente, e nel caso di uno stato di conservazione pessimo, si deve attuare la bonifica attraverso la rimozione o l'incapsulamento delle coperture o manufatti.
L'utilizzo era massiccio
Proprio per il suo utilizzo massiccio nell'edilizia per pavimentazioni, tubazioni, condotte, guarnizioni e rivestimenti ci sono ancora oggi vecchie strutture, private o pubbliche, edifici dismessi, dove l'amianto è tuttora presente. Oggi oltre il 90 per cento dei casi in cui lo si trova sono le coperture degli edifici, amianto compatto meglio conosciuto come eternit ma, seppure in forma residuale o in spazi ristretti, lo si trova anche in strutture pubbliche o private, come cisterne o caldaie, canne fumarie. La nostra è stata una realtà che ha visto l'uso dell'amianto prima, e la sua bonifica poi. Il report della Regione è aggiornato da Asur e Arpam a dicembre 2016. Ogni provincia deve sottostare al piano regionale di prevenzione, che dovrà essere riaggiornato al 2018 per la mappatura e l'implementazione degli interventi. Organismi deputati al controllo sono Regione, Asur, Arpam e amministrazioni comunali.
Il punto operativo
A fare il punto sono la dottoressa Annarita Pelliccioni del servizio igiene e sanità pubblica ed Eugenio Carlotti, del servizio prevenzione e sicurezza dell'Area vasta 1 dell'Asur. Nel periodo dell'ultimo censimento regionale al 2009, la zona di Pesaro, seguita da Fano e Urbino, aveva una percentuale di presenza dell'amianto dal 20 al 30 per cento per le varie tipologie di strutture.
«Oggi va detto entra nel merito Carlotti - che la presenza di amianto o di sue parti, se incapsulato, confinato, non sfilacciato e trattato, non costituisce pericolo. E' il rilascio di fibre libere, a provocare il maggior rischio per la salute, direttamente legato allo stato di conservazione dei manufatti. Di qui l'appello ai privati, che sono anche proprietari di capannoni oggi dismessi o di vecchi siti industriali, affinché provvedano a verificare lo stato di conservazione, almeno ogni due anni».
Il censimento
Nell'Area vasta 1, secondo i dati aggiornati al 2016, fra gli edifici in classe 1, classificati come più sensibili, perché ospitano attività pedagogiche, ludiche o impianti sportivi, sono state censite complessivamente 37 strutture con la presenza ancora di parti in amianto. Diciannove sono le strutture pedagogiche di cui ad oggi 14 le scuole che sono state completamente bonificate e messe in sicurezza. Fra gli uffici o sede di pubblica amministrazione, 9 quelli censiti di cui 3 bonificati. Cinque gli impianti sportivi censiti e 2 quelli in cui la presenza di amianto è stata rimossa.
Solo a Pesaro sono state censite 18 strutture in classe 1, di cui 11 scolastiche, di cui 5 sono state completamente bonificate. Nelle strutture restanti, l'unico materiale residuale lo si trova all'interno di guarnizioni di caldaie o simili, in vani tecnici e quindi accessibili dai soli addetti alle manutenzioni. Fra le strutture pubbliche, sono stati bonificati anche un auditorium e un impianto sportivo a Villa Fastiggi.
Nel 2016 sono stati 38 gli esposti-segnalazioni arrivati all'Asur, in crescita rispetto al 2015, dove ci si era fermati a 26 esposti. In aumento anche i sopralluoghi a seguito di esposti, degli ispettori Asur, passati dai 50 del 2015 a 70 nel 2016.