«Per la mensa scolastica e l'asilo niente ritocchi Crollati gli introiti per gli oneri di urbanizzazione»

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Venerdì 18 Agosto 2017, 05:00
IL CONTENZIOSO
MACERATA Le città italiane non devono combattere solo con i tagli dei finanziamenti statali, ribattezzati eufemisticamente spending review, revisione delle spese, ma anche con mancati rimborsi che, nel caso di Macerata, raggiungono cifre a sei zeri. Ben quattro milioni di euro: a tanto ammonta la cifra che il Comune esige dal Ministero della Giustizia per essersi fatto carico, anticipandole, delle spese del palazzo di giustizia, come stabilito da una legge del 1941. La medesima normativa obbliga lo Stato a corrispondere un contributo annuo.
Gli arretrati
Dal 2011 al 2015 le spese sostenute, relative a utenze, custode e ad altri servizi basilari, sono state oltre 4 milioni e 900 mila euro, dei quali sono rientrati solo 900 mila euro. «Il rimborso negli anni si è progressivamente ridotto e poi è cessato del tutto», spiega l'assessore comunale al bilancio Marco Caldarelli. Lo Stato, da parte sua, ha proposto una rimodulazione della cifra, che l'ente locale ha ritenuto del tutto inadeguata e insufficiente. «Rispetto a quanto dovuto - specifica l'assessore - ci è stato proposto un rimborso di appena 500 mila euro, addirittura spalmato in trent'anni». Dopo aver affidato lo studio preliminare all'avvocato Carlo Buongarzone, giusto a fine luglio la giunta ha dato mandato agli avvocati Andrea Calzolaio, Simone Calzolaio e Claudio Baleani di promuovere azione legale dinanzi al Tar del Lazio nei confronti del Ministero della Giustizia per il recupero del credito. L'impugnativa si inserisce nella scia della recente vertenza avanzata dall'Anci per le genericità delle norme in materia. Negli ultimi tre anni le somme dovute erano state inserite nelle varie finanziarie, ma poi l'impegno dello Stato è venuto del tutto meno.
L'effetto sui servizi
«Non siamo soli sottolinea Caldarelli . La questione riguarda anche altri Comuni, come Camerino e Fermo. Ma Macerata è stata colpita più duramente delle altre città: la somma proposta copre solo un ottavo della spesa». È ovvio come una cifra così alta possa pesare sulle casse comunali, già provate dalla politica di progressiva diminuzione dei trasferimenti da parte dello Stato. «Il bilancio ne risente, è naturale ribadisce l'assessore ma cerchiamo di conservare inalterate le spese per i servizi più utili e significativi».
Questo è quanto dovrebbe accadere per le scuole, in particolare per quanto riguarda i servizi a domanda individuale. È il caso degli asili nido e della mensa scolastica. Per quest'ultima, lo scorso anno le spese sono state coperte per un milione di euro dal Comune e per 600 mila euro tramite i contributi pagati delle famiglie, alcune delle quali stanno ultimando i versamenti in questi giorni. I dati definitivi del 2017 saranno disponibili solo a metà settembre, inizi di ottobre, ma abbiamo già rilevato che i cittadini che rientrano nella fascia più alta di contribuzione Isee sono più del previsto. Dovremmo avere, quindi, maggiori entrate del previsto, che ci dovrebbe permettere di mantenere inalterate le tariffe, continuando a tutelare le fasce più deboli».
I trasporti
Ci sono maggiori incertezze, invece, per quanto riguarda il potenziamento dei trasporti messo in atto in seguito al trasferimento di alcune scuole a causa dei danni del sisma, in particolare per gli studenti della scuola media Dante Alighieri che dovevano raggiungere l'istituto Enrico Fermi in via Pace o l'Istituto Professionale Pannaggi.