LA STORIA MACERATA La drammatica morte di Halima ha scosso profondamente l'Università

3 Minuti di Lettura
Domenica 27 Novembre 2016, 05:00
LA STORIA MACERATA La drammatica morte di Halima ha scosso profondamente l'Università di Macerata. Studentessa al terzo anno di Mediazione linguistica, le mancavano quattro esami prima della laurea in lingua araba.
Il dolore dei docenti
La notizia del decesso della studentessa di soli ventidue anni ha generato profondo dolore e cordoglio nell'ateneo maceratese. Ad esprimere il cordoglio per quanto accaduto è stata la professoressa Francesca Chiusaroli, presidente del Consiglio unificato delle lauree in Mediazione linguistica: «Oggi (ieri per chi legge, Ndr) in tarda mattinata ci è arrivata la notizia della morte della studentessa ha affermato la docente . Il dolore che si prova in questi casi è immenso, nonostante non possa ricordare il singolo studente. E' forte il sentimento di comunità che ci vede nel dolore».
E il dolore del Dipartimento di Studi Umanistici è stato manifestato ieri anche dal direttore Carlo Pongetti: «Incontro molti studenti nei momenti assembleari, ma personalmente non ho avuto occasione di incontrare la studentessa, tra l'altro quello di Mediazione Linguistica è un corso molto numeroso, quest'anno abbiamo più di 2.500 iscritti. Siamo in una fase delicatissima di questa sciagura, la morte della studentessa è una tragedia per tutti ed ora è prioritario esprimere la partecipazione dell'Università al lutto della famiglia che ha puntualizzato il direttore è un lutto anche per il dipartimento di Studi Umanistici e del corso di Mediazione Linguistica. E' un momento in cui si rincorrono molte voci, io non ho elementi e comunque sarebbe inopportuna qualsiasi dichiarazione, quel che è certo è che questo è un momento di grande tristezza. Pur essendo molti gli studenti, la caratteristica del nostro ateneo è quella di essere una città campus. In una città come Macerata ci sono tantissime occasioni per condividere con gli studenti molti momenti, la nostra Università si identifica molto con la città e la perdita di una giovane studentessa è sempre una tragedia irreparabile. Possiamo interrogarci, ma nessuno può dire cosa è successo finché la procura non appurerà cos'è accaduto».
I ritorni a casa a Pesaro
A Pesaro Halima tornava a trovare i genitori - lascia una madre, un fratello maggiore e un padre di origini libanesi - ma le amicizie più care le aveva nell'ambiente degli studi universitari e dei suoi interessi. Era un'appassionata di pallavolo ma non a livello agonistico. Ma il volley le piaceva. Aveva frequentato il liceo Marconi, al campus scolastico di Pesaro, e qualche insegnante ancora se la ricorda nonostante siano passati ormai alcuni anni e il suo viso fresco e sorridente rischia di confondersi tra centinaia di altri volti adolescenti passati dallo scientifico: «Una ragazza estremamente sensibile, molto ricca a livello interiore, ma molto riservata».
Il nickname
E che Halima fosse di una sensibilità fuori dal comune lo si capisce dai suoi post sulla pagina Facebook che aveva aperto con un nickname, molto esplicativo Vor Tice. Un vortice di passioni, di battaglie, di immaginazione. E le immagini che la ragazza postava sono fortemente evocative: i lupi, la natura, un cuore palpitante e strappato, un teschio artistico, un occhio che ha dentro di sè la luce del mondo, un indiano solitario, tatuaggi magnifici e rivoli di sangue, ma anche un bacio appassionato, come fosse l'ultima delle promesse. Come l'ultima foto postata l'8 novembre: un'altalena nel vuoto. Sogni, timori e rabbia di ragazza che condivideva slogan come Il pianeta non è un impero o anche E' più facile acquistare una pistola che un'educazione. O ancora Tutto ciò che puoi immaginare è reale. Un vortice di sfida. Un vortice che l'ha travolta.
b. lom.
© RIPRODUZIONE RISERVATA