IL FAR WEST
MONTE SAN GIUSTO - Un appuntato dei carabinieri indagato, un giovane

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Domenica 26 Febbraio 2017, 05:00
IL FAR WEST
MONTE SAN GIUSTO - Un appuntato dei carabinieri indagato, un giovane di 35 anni dichiarato clinicamente morto, due fascicoli d'inchiesta aperti, una caccia in corso a due ladri, e ancora diverse ombre su quanto accaduto venerdì sera nella zona sud di Monte San Giusto all'incrocio tra via Valle e via Don Minzoni. È questo il quadro il giorno dopo il drammatico tentativo di fuga su un'auto rubata. Ieri mattina il pubblico ministero di turno alla procura di Macerata, Enrico Riccioni, ha aperto un fascicolo a carico del carabiniere che ha sparato, colpendo alla testa il ladro, e uno nei confronti dell'albanese che ora versa in condizioni disperate, praticamente spacciato. Aveva molti alias ma è stato identificato per Klodjan Hysa.
Il concorso con i complici ignoti
Il militare, a cui è stata sequestrata la pistola d'ordinanza, è indagato per lesioni gravissime colpose da eccesso di legittima difesa: la procura in pratica vuole capire se il militare, davanti alla minaccia dell'auto che gli puntava contro, abbia ecceduto esplodendo un colpo contro la vettura. In caso di morte, l'accusa si trasformerebbe in omicidio colposo. Nei confronti dell'albanese, che ieri mattina è stato dichiarato clinicamente morto dai medici dell'ospedale di Macerata, è stato aperto un fascicolo per tentato furto in abitazione, in concorso con ignoti, commesso a Monte San Giusto ai danni di quattro persone e ricettazione dell'auto con cui si è schiantato dopo il tentativo di investimento del carabiniere.
La perizia balistica
Il pm Riccioni ha conferito l'incarico all'avvocato Sandro Evangelisti, esperto di armi, per la perizia balistica nel procedimento a carico dell'appuntato. Il consulente dovrà ricostruire la traiettoria del proiettile, la distanza da cui è stato sparato, l'inclinazione e il punto di ingresso. Il proiettile, infatti, sparato quando l'auto stava superando i carabinieri, si è conficcato nel montante del lato guidatore, ha bucato la lamiera e si è piantato nella testa del presunto ladro. Un secondo incarico invece è stato conferito (nel procedimento a carico dell'albanese) all'analista informatico Luca Russo che dovrà analizzare il cellulare della vittima, rilevando gli ultimi contatti, le chiamate effettuate e ricevute ed eventuali messaggi. Quando il giovane è stato estratto dai volontari della Croce Verde, accorsi immediatamente, aveva addosso il cellulare, un vecchio Nokia, spento, con il vetro rotto e imbrattato di sangue. Indossava una maglietta, pantaloni della tuta e guanti. Dietro la schiena, infilato nei pantaloni, aveva un grosso cacciavite, in tasca un po' di soldi e degli orecchini ritenuti rubati.
Saranno gli accertamenti disposti dalla procura a chiarire correttamente le circostanze che hanno portato al sanguinoso epilogo, venerdì sera tra via Don Minzoni e via Valle. Il Far West si è scatenato poco prima delle 19. Due carabinieri avevano notato una Fiat Bravo parcheggiata lungo via Don Minzoni. L'auto era segnalata, la targa, infatti, era presente sulla banca dati e apparteneva a una vettura rubata alcuni giorni prima a Terni.
L'attesa e l'intervento
I militari hanno quindi deciso di aspettare che qualcuno salisse in macchina e così è accaduto. Poco dopo un giovane (inizialmente era sembrato un ventenne) è salito in auto. I carabinieri hanno atteso ancora un po' e poi sono intervenuti. Hanno intimato l'alt, ma il giovane, invece di fermarsi ha accelerato puntando contro i militari. Il carabiniere che si trovava dal lato esterno, per evitare che il compagno venisse investito, lo ha strattonato prendendolo per il braccio con cui aveva la pistola. È stato a quel punto che è partito il colpo. Il proiettile ha colpito il montante del lato guidatore, ha forato la lamiera e si è conficcato nella testa del giovane che ha finito la corsa contro un greppo.