«Pressing sul nuovo ospedale»

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Martedì 26 Settembre 2017, 05:00
L'URBANISTICA
FERMO «Lo spostamento dello stadio Recchioni non è sicuramente un tema d'urgenza della città, l'idea è bella, ma servirebbe un investitore privato». Il sindaco Paolo Calcinaro risponde a quanto qualche giorno fa ha suggerito il direttivo di Forza Italia di Fermo, che, facendo un bilancio di metà mandato dell'amministrazione comunale di Fermo, ha lanciato anche una proposta alquanto futuristica, quella di riqualificare l'area di viale Trento spostando lo stadio Recchioni in un quartiere più periferico, magari Salvano, all'uscita dell'autostrada. Secondo Alessandro Bargoni sarebbe infatti anacronistico che uno stadio si trovi ancora in centro città.
Le motivazioni
«La società della Fermana è molto motivata dal punto di vista puramente sportivo - prosegue Calcinaro - per compiere un'opera di questo genere serve qualcuno che decida di investire. Dell'ipotesi di coinvolgere la Cassa di Risparmio di Fermo si parlava 30 anni fa, ora i tempi sono cambiati». Altro tema toccato da Forza Italia è l'ospedale di rete, con il grave ritardo accumulato sulla tabella di marcia e i dubbi sulla sua reale costruzione. Un dibattito che tiene ormai banco da mesi, anzi da anni. La Regione continua a rassicurare ma il mese prossimo il ritardo accumulato sarà già di un anno. I consiglieri di opposizione hanno chiesto al sindaco di farsi parte attiva in quanto presidente della Conferenza dei Comuni per chiedere maggiori garanzie in merito al progetto. «Convengo con loro che quella dell'ospedale sia una partita strategica per il nostro territorio - ha sottolineato il sindaco di Fermo -: sono consapevole che siamo in ritardo rispetto a quello che abbiamo in mano, e che i 70 milioni di euro non siano sufficienti per rendere operativa una struttura di questo tipo, ma allo stesso tempo sono ottimista, perché penso che una Regione che in così poco tempo è riuscita a stanziare 30 milioni di euro per la realizzazione della struttura non sia intenzionata a lasciare incompiuta un'opera così importante. Bisogna comunque vigilare sui lavori e chiedere che ci venga fornito un nuovo cronoprogramma preciso che definisca i tempi di realizzazione e, ovviamente, che ci vengano date garanzie sulle risorse».
Lo slittamento
I mesi di ritardo hanno fatto slittare l'inizio dei lavori al prossimo anno e di conseguenza anche il termine previsto. Il terremoto prima, le procedure burocratiche dopo e la necessaria bonifica bellica dell'area, nonché il ritrovamento di reperti archeologici risalenti ai Piceni, hanno di fatto rallentato la tabella di marcia, che però, almeno secondo l'assessore regionale Fabrizio Cesetti, non si è mai stoppata. Lo scetticismo però rimane, soprattutto in merito alla carenza di fondi. Calcinaro ha poi ribattuto in merito all'Asite, ricordando come siano state istituite sempre le Commissioni ad hoc per affrontare i temi caldi della partecipata: «Ne abbiamo fatta una proprio la settima scorsa, questa è l'ottava. Prenderemo in considerazione anche le parole del consigliere Bargoni». Su una questione, però, il sindaco ha voluto fare chiarezza e ribadire l'impegno dell'amministrazione: «Non si dica che non abbiamo fatto nulla per Lido Tre Archi. Abbiamo introdotto un sistema di raccolta differenziato con le isole ecologiche informatizzate mobili e abbiamo risolto il problema del turismo dei rifiuti, abbiamo posizionato diverse videocamere, per rendere più sicura la zona. Abbiamo, insieme all'Asur e all'Ambito sociale, offerto il servizio di guardia medica turistica e aperto quest'estate il punto informativo nel quartiere».
La sinergia
Il sindaco chiosa ricordando che «oltre alle iniziative come il Carnevale estivo, in accordo Con il comune limitrofo di Porto Sant'Elpidio, abbiamo chiuso tutti i varchi possibili, posizionando delle barriere strutturali per risolvere il problema dei rom e per ultimo, ma non per importanza, siamo riusciti ad accaparrarcidi ben 8 milioni di euro per il rilancio architettonico e strutturale della costa. Risorse che sono state già impegnate e che lo Stato metterà a regime nel triennio 2018-2020».
Francesca Bacalini
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